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Gennaio/2007 - Contributi
Sulla Finanziaria, siamo onesti
di Giovanni Sammito Segr. Gen. Siulp - Gorizia

Non importa stabilire se i partecipanti alla manifestazione nazionale indetta dal Sap il giorno 5 dicembre 2006 erano alcune migliaia come sostenuto dalle autorità di Polizia piuttosto che 50.000 o addirittura 70.000 come riferito dagli organizzatori. Non importa nemmeno sapere se è vero che al corteo si erano aggiunte persone riconducibili a comitati di base di qualche partito politico.
Vogliamo, invece, innanzitutto, ribadire tutto il nostro rispetto per i colleghi che vi sono stati trascinati a suon di disinformazione “creata ad arte” relativamente ai contenuti della Finanziaria per quel che riguarda il trattamento economico delle Forze di polizia e le risorse destinate alla sicurezza.
Ci preme inoltre, in secondo luogo, continuare a fare luce sui contenuti reali della Finanziaria con un’avvertenza: i risultati migliorativi ottenuti rispetto alla prima stesura di detta manovra economica sono precedenti alla manifestazione del Sap.
Altra necessaria sottolineatura: sono frutto esclusivo dell’impegno profuso dal cartello composto da tutti i sindacati di Polizia (ad eccezione del Sap che ha preferito sottrarsi malgrado invitato) che l’hanno conseguiti dando prova di grande capacità unitaria ed equidistanza da tutti i partiti politici.
Vediamo ora nel dettaglio alcuni dei principali aspetti concernenti la sicurezza che, con slogans di sicuro effetto mediatico ma di sterile contenuto costruttivo, si è provato di celare.
- Previsione di aumenti contrattuali pari a 5 euro mensili. Falso. L’entità dei fondi destinati agli aumenti contrattuali è analoga a quella della precedente Finanziaria. Semmai la novità sta nel fatto che il minore investimento in “specificità” è stato compensato da un incremento maggiore sul primo livello di contrattazione.
-Mancato finanziamento della “specificità” che distingue il nostro trattamento economico dal restante pubblico impiego. Strumentale perché si è omesso di riferire che la specificità, dopo 7 anni di vigenza ininterrotta, era stata cancellata proprio dalla Finanziaria 2006. Quella attuale, invece, anche se con poche risorse, l’ha ripristinata destinandogli 40 milioni di euro per l’anno 2007 e altrettanti a decorrere dal 1° gennaio 2008.
- Previsione del taglio del 50% sugli assegni di funzione di 17 e 29 anni (circa 100 euro al mese) e del 50% sui 6 scatti paga pensionabili (circa 70 euro al mese). Assolutamente falso.
- Mancata assunzione dei famosi 1.164 “precari di Polizia” che non avevano ancora visto consolidato il loro rapporto di lavoro malgrado siano stati assunti qualche anno fa. Falso. C’è la copertura economica per la loro assunzione definitiva e quella di qualche altro centinaio di nuovi colleghi. Non solo, è stata superata anche la rigidità della previsione del blocco del turnover.
- Chiusura di questure e Prefetture. Falso poiché questa previsione, così come era stata formulata in prima stesura, è stata stralciata in Commissione Affari Costituzionali.
- Chiusura di Istituti d’istruzione ed altri presidi di Polizia. Strumentale per quel che concerne gli Istituti di istruzione giacché si tratta di un indirizzo praticato già precedentemente e concretamente. Al riguardo basterebbe chiedere il parere ai colleghi delle Scuole di specializzazione (Frontiera di Duino, Ferroviaria di Bologna e Postale di Genova) che si sono visti soppressi i loro posti di lavoro. Vero, invece, che a partire dal 1° gennaio 2007 chiuderanno gli uffici interregionali. Si tratta però di una misura in parte caldeggiata anche dal Siulp che in più occasioni ne aveva criticato l’inutilità rispetto alle finalità per le quali erano stati istitutiti. Vero anche che nel processo di razionalizzazione dei presidi delle Forze di Polizia si concretizzerà qualche altra soppressione come peraltro avviene già da alcuni anni. Questa volta, però, per la prima volta, in questa evoluzione verranno coinvolte anche le altre Forze di polizia.
- La mancata copertura delle spese sanitarie necessarie a sostenere i colleghi feriti o ammalatisi per causa di servizio. Falso. Anche questo è un capitolo cancellato dalla precedente Finanziaria. Quella attuale, invece, l’ha ripristinato attribuendogli specifici fondi anche retroattivamente al 2006.
- Insufficiente copertura di fondi relativamente alla carenza di mezzi, apparecchiature, carburante, ecc. Strumentale perché questo genere di proteste sono argomenti comuni almeno alle ultime cinque Finanziarie. Anzi, a tal proposito, si è omesso di riferire che la Finanziaria in argomento ha costituito uno specifico fondo presso il ministero dell’Interno finalizzato a coprire alcune di queste necessità.
Se tutto ciò è vero, ed in tal senso invitiamo i colleghi a constatarlo, delle due l’una: o il Sap pensava ad un ritorno di consensi alimentando “a tutti i costi” una protesta di piazza che nei fatti si è rivelata del tutto inutile, oppure, più verosimilmente, si è trattato di una manifestazione dall’evidente connotazione politico-ideologica.
Evidentemente questa seconda ipotesi, almeno a giudicare dai balletti al ritmo di “chi non salta mortadella è...” piuttosto che dai fischi all’indirizzo dell’on. Casini o alla prima fila costiuita da esponenti politici che avevano in mente esclusivamente la dichiarata “spallata al governo in carica”, appare la più convincente.
Se questi fatti non bastassero, a sgomberare il campo da eventuali dubbi ci hanno pensato ambienti politici d’opposizione che pare non abbiano apprezzato del tutto l’appiattimento del Sap verso un partito politico in particolare.
Sia chiaro: nessuna difesa d’ufficio a questa Finanziaria che anzi trovo personalmente molto criticabile da cittadino anche se molto meno da poliziotto. Né mi stupisce la scelta del Sap di scendere in piazza in quanto ritengo che abbia esercitato una sua legittima prerogativa.
Almeno due domande, però, rimangono inevitabilmente sospese: per la tutela di quali interessi il Sap è sceso in piazza? E soprattutto, può il Sap continuare a definirsi sindacato “autonomo” di Polizia?
Personalmente ritengo che abbia perso o quantomeno seriamente offuscato quell’acronimo che sta nella loro sigla. Ma oltre l’enormità di alcune affermazioni riportate sui loro organi d’informazione, il Sap sembra aver perso anche qualcos’altro anche in termini di valori fondati che ogni sindacato dovrebbe possedere.
Faccio riferimento alla veemenza con la quale, con cadenza quasi quotidiana, si è scagliato contro il mondo sindacale interno alle Forze di polizia e ancor di più verso quello confederale. Un vero e proprio album di invettive che sarebbe troppo lungo sfogliare in questa sede, ma che certamente segna una brutta pagina per la storia del sindacalismo di Polizia.
Perché non si dimenticano in fretta le recenti elucubrazioni con i quali il Sap ha rivendicato la pretesa di considerare gli appartenenti alle Forze di polizia “professionisti” e non semplici “lavoratori di Polizia”. Tra l’altro biasimando il Siulp di essersi macchiato di chissà quale colpa avendo scolpita tale denominazione (la L di Siulp) nella sigla! Che dire di questo genere d’affermazione?
Forse che i quadri dirigenti del Sap non sanno che tutti i professionisti, a prescindere dalla professione che esercitano sono prima di tutto lavoratori, ovvero rientrano nella categoria più grande e nobile esistente nelle civiltà moderne. Oppure dobbiamo pensare che il Sap preferirebbe che le Forze di polizia fossero separate dal resto della società come avveniva nel contesto storico degli anni ’70? Periodo peraltro, vale ricordarlo, rievocato proprio in uno dei recenti flash ove è apparsa una foto tanto becera quanto antistorica.
In ogni caso il Sap si metta il cuore in pace: il Siulp è estremamente orgoglioso di considerare i poliziotti lavoratori tra lavoratori seppur con la loro specificità.
Ho avuto il piacere di conoscere Saltamartini molti anni fa, quando in quel di Bologna e Ravenna non copriva l’attuale ruolo di Segretario nazionale del Sap. E debbo dire che mi aveva colpito favorevolmente.
Una reputazione che si era accresciuta ulteriormente quando, in occasione del 4° Congresso nazionale del Siulp, concluse il suo applauditissimo intervento quasi tutto incentrato sulla condivisione del modello Siulp affermando: “Spererei di poter essere considerato dei vostri qualora dovessero venir meno le condizioni di una mia permanenza nel Sap”.
Con sincera amarezza oggi debbo dedurre che Saltamartini non diceva quello che pensava, perché nei fatti ha rivelato di avere in mente un modello di sindacato che non ha nulla in comune con il Siulp.

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