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Maggio-Giugno/2007 - Panorama sindacale
Le notizie dei sindacati
di

Cocer G. di F. - Si attende una risposta

Ecco il testo di un comunicato stampa emesso dal Co.Ce.R.- G. di F.
“Il governo si assuma le sue responsabilità di fronte alle istanze di sindacalizzazione dei militari. Che i tempi siano maturi per la sindacalizzazione dei militari italiani è un dato certo, i delegati della rappresentanza militare con senso delle istituzione e con grande senso di responsabilità lo sostengono con la forze delle idee e della maturità dei propri appartenenti.
E’ il nostro mondo, fatto di uomini con le stellette, che ha raggiunto questa convinzione dopo anni di decantazione sperimentale della rappresentanza militare. Se tale istituto era uno strumento per metterci alla prova ha avuto sì un gran risultato: quello di permettere a noi di crescere e di formarci così da testare in prima persona la sua inutilità e la sua inefficienza.
Dal 1978, data della nascita dei Cocer, Coi e Cobar, sono passati quasi 30 anni, troppi per privare ancora i militari dei diritti costituzionalmente garantiti. Sindacato militare vuol dire solo riconoscere ed affermare che anche il popolo in divisa fa parte della grande famiglia dei cittadini dello Stato italiano.
Gran bell’esempio viene dai colleghi della rappresentanza militare dell’Aeronautica Militare che riuniti in assemblea nazionale a Loreto con la presenza di 203 delegati ha approvato il documento che chiede la sindacalizzazione dell’Arma azzurra. Ben 194 delegati hanno votato a favore, 4 contrari e 5 astenuti; un plebiscito che riempie i cuori dei delegati Cocer della Guardia di Finanza di gioia e che dicono ai colleghi dell’aviazione ‘uniti assieme a noi sulla strada della sindacalizzazione’.
La forza dei numeri e delle richieste democratiche dei militari, come emerge da istanze provenienti anche da delegati e organismi di rappresentanza delle altre Forze armate, non può essere ignorata dalla classe politica che con i fatti deve rispondere alla voce che si sta alzando sempre più forte dalle caserme: Sindacato!
Per il governo è giunto il momento di dare un risposta. Maggioranza ed opposizione facciano la loro parte. Non ci si aspetti da noi gesta eclatanti per essere ascoltati, niente piazze, niente passeggiate spontanee sotto Palazzo Chigi, presso la Camera o il Senato. Niente scioperi della mensa, ne scioperi della fame ma la libertà della parola per rivendicare ciò che ci spetta.
La politica è espressione del popolo, anche il cittadino militare è popolo, non stia distante da noi e soprattutto non ascolti solo i salotti buoni degli Stati Maggiori”.
Il Cocer della Guardia di Finanza
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Siulp

Il segretario provinciale di Roma Francesco Carta, comunica: “Un decreto ad hoc del Capo della Polizia, aveva definitivamente sancito l’autonomia del Centro Cinofili di Nettuno e degli istruttori in servizio, indicando nel dettaglio gli obiettivi e tutto quanto ad essi connesso, dalla scelta dei cani ai programmi didattici. In ragione di questo, le motivazioni di quegli istruttori generava professionalità concrete e di conseguenza elevava il livello di sicurezza in tutti i luoghi ove figurava la presenza del prodotto di quella laboriosa armonia di specialisti. Tuttavia, negli ultimi anni qualcuno del Servizio Reparti Speciali, dimentico dell’esistenza di quel decreto, gioca a fare il dirigente del Centro di Nettuno, vanificando tutto ciò che di buono era stato realizzato con dedizione e sacrificio.
Nel denunciare le continue attività di contrasto con le disposizioni vigenti, a qualcuno pare venga spontaneo segnalare l’intento del sindacato di sostituirsi alla dirigenza. Era assolutamente ovvio aspettarsi mosse strategiche finalizzate a spostare l’attenzione da quelli che sono gli argomenti ed i fatti che stanno distruggendo il Centro; tuttavia, le continue interferenze, non ultima quella relativa alla riduzione dei tempi di addestramento ed alla selezione dei cani, sembrerebbero non lasciare dubbi sulle reali intenzioni di qualche figuro del Servizio Reparti Speciali, che nella sua attività si avvale anche di esperti che dai cinofili ed i cani risultano separati da quasi un decennio.
Nessuno degli alti vertici pare intenda muovere paglia, continuano a succedersi eventi inconcepibili riducendo, per esempio, i tempi di addestramento con il serio rischio di pregiudicare il risultato finale dei corsi antidroga ed antiesplosivo. Il tutto, mentre si assiste annichiliti all’autorizzazione concessa ad un collega per prelevare un cane (peraltro già proposto per la riforma) dal Centro in parola, condurlo presso la Squadra di Bologna ed addestrarlo nel salire e scendere dagli automezzi di Polizia adibiti proprio al trasporto dei cani. Operazione di addestramento dichiarata fallita dopo nove mesi.
Un suggerimento finale: gli istruttori e più in generale il Centro di Nettuno, trovano serie difficoltà a parare questa serie interminabile di colpi affossanti, ma si cerchi almeno di tutelare le bestie, dotandole dei giubbotti antiproiettile per cani, pagati fior di milioni del vecchio conio e destinati ad ammuffire in un vecchio magazzino. Ciò se non altro, per dimostrare che quel denaro pubblico, forse non era stato speso invano”.
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Silp-Cgil

Il Segretario nazionale Daniele Tissone, comunica: “Questa Segreteria nazionale, in relazione agli allestimenti della Fiat Grande Punto destinata alla specialità della Postale, ha fatto presente al Dipartimento le proprie perplessità in ordine al tipo di antenna in dotazione, nonché all’alloggiamento, presso il vano bagagliaio, dell’estintore assegnato al veicolo in relazione alle problematiche inerenti la tipologia del servizio da espletare alla eventuale sostituzione dello pneumatico.
Pur consapevoli del fatto che quanto sopra è il frutto di specifica concenzione con Poste Italiane, abbiamo nella circostanza richiesto che venissero, comunque, al più presto ricercate soluzioni appropriate data l’innegabile oggettività delle suddette questioni”.
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Usp

Il vice Segretario nazionale Vincenzo Boni ha inviato questa lettera al Direttore centrale Polizia Stradale, Ferroviaria e delle Comunicazioni Dipartimento Ps; al Direttore Servizio Polizia delle Comunicazioni Dipartimento Ps; e per conoscenza ai dirigenti Compartimenti e Sezioni Polizia Postale e delle Comunicazioni, all’Ufficio Legale Usp: “Giornalmente pervengono presso i vari uffici della Polizia delle Comunicazioni decine e decine di denunce di smarrimento di corrispondenza postale, sporte da dipendenti Pt addetti al recapito (cosiddetti portalettere).
Sovente i plichi segnalati come “smarriti” contengono documenti o titoli di credito, per la perdita o utilizzo fraudolento dei quali il mittente o il destinatario formalizzano poi ennesima denuncia presso i medesimi della Specialità, appesantendone quindi il carico lavorativo.
E’ opinione della scrivente organizzazione sindacale che l’asserito (quanto singolare) smarrimento di tali missive sia dubitamente riferibile a cause fortuite, ma più probabilmente ad un comportamento superficiale dei portalettere. Infatti, non è raro constatare, in ogni provincia italiana, personale Pt abbandonare spesso in strada, durante il recapito, moto e ciclomotori di servizio con relative borse completamente spalancate piene di corrispondenza, del tutto incustodite, esponendone pertanto il contenuto alla possibile sottrazione da parte di terzi.
Ciò premesso, rilevata la necessità di giungere ad una consistente diminuzione delle denunce di smarrimento di cui trattasi, si chiede di voler intervenire a riguardo presso le Poste Italiane SpA con una opportuna opera di sensibilizzazione, affinché vengano impartite ai dipendenti Pt addetti al recapito precise disposizioni inerenti l’obbligo di custodia della corrispondenza, fino al momento dell’avvenuta consegna al destinatario.
Si chiede altresì che il personale della Specialità, in attesa che tali disposizioni vengano emanate, provveda per il tempo necessario a effettuare dei controlli a campione sui servizi di recapito a bordo dei mezzi a due ruote, provvedendo a deferire alla Ag per “abbandono di corrispondenza”, laddove se ne ravvisino gli estremi, i portalettere che verranno sorpresi a lasciare incustodite in strada le borse contenenti le missive, senza adottare alcuna precauzione idonea a evitarne l’asportazione.
Si resta in attesa di conoscere risposta scritta alla presente”.
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Fps-Cisl

Il coordinatore responsabile del Coordinamento penitenziario Marco Mammucari comunica: “Le ripetute sollecitazioni che la Cisl ha intessantemente rivolto alla politica, relativamente al taglio di oltre 12 milioni di euro che la legge Finanziaria del governo Prodi realizzava contro il servizio sanitario penitenziario, è ormai solo un brutto ricordo.
Grazie all’impegno del ministro della Giustizia Clemente Mastella è stata rassegnata al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la cifra di 12,5 milioni di euro. Tali fondi serviranno specificatamente a ripristinare le condizioni di funzionalità minima essenziale che la sanità penitenziaria aveva garantito nel corso del 2006.
Resta comunque alta l’attenzione della Cisl sul problema di questo particolare settore del sistema penitenziario italiano. Si intende infatti l’apertura di un confronto tra Amministrazione e le organizzazioni sindacali del personale, al fine di valutare quali siano le riforme da attuare in campo sanitario penitenziario e ciò maggiormente tenendo conto che la Cisl ritiene ormai inadeguata la norma 740 del 1970, così come altrettanto indadeguata è la legge 230 del 1999 che doveva riformare il servizio sanitario penitenziario, ma che è risultata essere inapplicabile proprio per l’incoerenza di cui ne denunciavamo a suo tempo rispetto alle esigenze.
A parere della Cisl la prospettiva è sicuramente quella di una riforma legislativa complessiva, capace di regolare un sistema integrato di servizi tra sanità penitenziaria ed il servizio sanitario nazionale. Solo in tal modo sarà possibile dare risposte alle esigenze di tutela della salute dei detenuti e degli internati, contestualmente al rispetto delle esigenze di sicurezza dei cittadini.
Diversamente la Cisl si opporrà ad ogni ipotesi di false riforme che non dimostrino la reale capacità risolutiva dei problemi. Infatti, ogni tanto, solo a fini propagandistici, si vedono affiorare proposte stravaganti e prive di contenuti. Vigileremo affinché non si voglia fare danni al sistema, solo per cavalcare eventuali interessi di alcuni a privatizzare un servizio così delicato e specifico.
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Si. Di. Pe.

La Segreteria nazionale del Sindacato Direttori Penitenziari comunica: “Attenzione e sensibilità verso le questioni penitenziarie ha mostrato, nel corso di un incontro presso la Camera dei Deputati, la vicepresidente dell’Ulivo Maria Sereni. Ricevendo una delegazione del Sindacato Direttori Penitenziari Cisl/Fps, guidata dal segretario nazionale Enrico Sbriglia, accompagnato dai dirigenti nazionali, Antonietta Pedrinazzi e Francesco Dell’Aira, Marina Sereni ha accolto l’istanza affinché le forze parlamentari, in primo luogo di maggioranza, promuovano la carcerazione e l’esecuzione penale esterna senza abdicare a conciliare la sicurezza e la sperimentazione sociale. Una sperimentazione che vede, in prima linea, tutti i dirigenti penitenziari, il personale di Polizia Penitenziaria e quello specialistico.
Durante l’incontro è stato ribadito come la legge Meduri debba intendersi quale fondamentale strumento per portare avanti effettive politiche di cambiamento del sistema penitenziario. Tutto ciò anche in vista di possibili modelli organizzativi migliorativi degli attuali che continuino ad avere, come fondamentali punti di riferimento, le speciali professionalità dei dirigenti penitenziari e di quel restante personale ancora ‘ingessato’ nel ‘Comparto ministeri’.
Dedicare attenzione agli appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria, numericamente preponderante, non può e non deve far sbilanciare l’attuale sistema verso forme che privilegino la sicurezza rispetto alla rieducazione le quali, nel rispetto della Costituzione, impongono che le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debbano tendere alla rieducazione del condannato.
Pertanto dalla riorganizzazione degli Uffici locali dell’esecuzione penale esterna (Uepe) ad un nuovo modello organizzativo del Gruppo operativo Mobile della Polizia Penitenziaria così come per ogni ulteriore iniziativa che riguardi il nostro sistema penitenziario - riteniamo - sarà necessario ed irrinunciabile richiamarsi costantemente alla nostra Carta.
Con la vice presidente Sereni si è anche discusso della questione afferente i direttori reggenti Uepe e dell’esigenza di trovare ragionevoli ed adeguate soluzioni. Come rappresentanti del Si.Di.Pe abbiamo ribadito la proposta di costituire un ruolo, speciale ad esaurimento, che segua quello ordinario dei dirigenti Uepe ex ‘Meduri’. Anche su questo spinoso tema si è recepita seria disponibilità ed attenzione, così come quando è stato sollecitato di favorire il clima istituzionale per l’avvio di una nuova stagione contrattuale, per arrivare celermente al primo contratto di diritto pubblico della dirigenza penitenziaria. Ci attendiamo per questo trattative parlamentari consequenziali.
Concludendo, il Si.Di.Pe. (aff. Cisl/Fps) ha assicurato alla vice presidente Sereni che non mancherà di offrire il proprio leale contributo d’intelligenza e di esperienza alle forze parlamentari tutte, in primo luogo a quante hanno l’onere di rappresentare la maggioranza governativa, affinché una nuova stagione di welfare penitenziario venga avviata, nel solco di una tradizione che vede l’Italia ancora una volta impegnata nella difesa dei diritti umani in un giusto, per quanto faticoso, necessario equilibrio con le esigenze della sicurezza pubblica. (F.to Entico Sbriglia - Segr. Naz.)”.

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