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Agosto-Settembre/2007 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Partecipazione ad un rito sacro
di Veronica Rodorigo



Si fa un gran parlare del ripristino, da parte della Chiesa, della Messa in latino, come se fosse un argomento che potesse risolvere i tanti problemi quotidiani che ci affliggono.
Con il termine “Messa” si indica il sacrificio eucaristico e si trova già presso i primi autori cristiani, ma fu sant’Ambrogio ad usarlo con il significato attuale.
Attraverso i secoli la liturgia della Messa ha subito molte variazioni. Il Concilio di Trento istituì una commissione speciale per stabilire e unificare i riti comuni per tutte le diocesi. Sotto il pontificato di Pio V, nel 1570, venne pubblicato il nuovo messale ad uso della Chiesa occidentale.
Più recentemente ci sono state altre revisioni da parte di papa Pio X ai primi del 1900. Nel 1965, allo scopo di stabilire un più diretto contatto con la massa dei fedeli, al latino usato tradizionalmente, sono state sostituite le lingue parlate. La Messa viene celebrata solo su un altare consacrato ed è un vero e proprio sacrificio istituito da Gesù nell’Ultima Cena.
L’attuale papa Benedetto XVI ha dato recentemente disposizione affinché sia esaudito il diritto dei fedeli che desiderano ascoltare la “Messa tradizionale” in lingua latina.
E’ un evento atteso fin dalle elezioni del nuovo Papa, ma considerato in maniera diversa da chi lo desidera o da chi lo teme.
E’ una decisione per favorire il riavvicinamento ai seguaci del cardinal Lefehevre. E’ certo e chiaro che non si tratta di un passo indietro. La Chiesa parla tutte le lingue come deciso dai predecessori di Benedetto XVI ma, anche se pochi, ci sono fedeli che chiedono anche l’antico rito latino. Per questo papa Ratzinger permette anche la celebrazione in latino, che cambia soltanto l’apparenza esterna della liturgia.
La Messa in latino ha qualcosa di divino per l’uomo moderno e non si giustifica il gran parlare, pro o contro, per il ritorno di un rito sempre accettato nei secoli passati.
Si spolverano “frasi antisemitiche” che condannavano gli ebrei colpevoli della morte del Cristo, che da anni non compaiono più. La Messa in latino non è mai stata abolita e poteva essere seguita in Chiesa nelle comunità e nei conventi, come anche in molte cerimonie religiose tutte in latino. Nessun divieto per i preti cattolici di concelebrare in latino.
Parlare contro le decisioni del ripristino ufficiale della Messa in latino può scatenare chiacchiere o risentimento soltanto presso chi non è aggiornatosi fatti. Purtroppo si parla di Messa anche se per molti credenti è una realtà sconosciuta ed ignorata e quindi non legittimati a critiche di alcun genere.
Sempre meno pratichiamo la Chiesa e la Messa, unico dovere verso la nostra religione che ci porta alla comunione con il Dio in cui crediamo. La trasmissione di un miracolo semplice e misterioso che non ci costa sacrifici, ma che ha un valore etico di comunicazione con il prossimo.
Forse la semplicità fa sottovalutare il valore e la spiritualità della Messa sia in lingua che in latino. Entrare in Chiesa per ascoltare la Messa significa avvalorare una fede in cui si crede e non richiede atti di culto esterni in varie ore del giorno o sacrifici obbligatori che si riscontrano in altre religioni.
Purtroppo i fedeli pospongono Cristo ai viaggi verso Fatima, Roma o Campostela, seguono distratti il sacrificio della Messa e si preoccupano di tante iniziative come musica, elemosine, letture mal capite senza entrare in merito al vero rito che si stà celebrando.
Non è quindi il latino che ci allontanerà dalla Messa ma la volontà di partecipare o meno al suo svolgersi.
La domenica cerchiamo di capire le letture in italiano che aprono la prima parte della Messa. Seguiamole nel pieghevole che troviamo sui banchi della Chiesa: questo vuol dire partecipare.
Se il nostro corpo ha bisogno di nutrimento per sopravvivere, la nostra anima ha bisogno di seguire le letture e le regole spirituali che arricchiscono la nostra anima e ci possono procurare una serenità che purtroppo va scemando ogni giorno di più nel nostro mondo.

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