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Novembre-Dicembre/2007 - Interviste
Lazio
Decisioni chiare, partecipate e rapidamente attuate
di Intervista a cura di Emilio Belfiore

Intervista al vice capogruppo
del Partito Democratico al Consiglio regionale
Massimo Pineschi. Sanità e sicurezza
sono i due temi prioritari. La nascita
del partito Democratico, con l’impulso
alla semplificazione di tutto
il quadro politico, può favorire lo snellimento
della funzione legislativa


Troppi partiti, troppi gruppi politici. Finora il Consiglio regionale del Lazio si è distinto per l’eccessiva frammentazione delle forze politiche. In che modo il Partito democratico favorirà una semplificazione e uno snellimento dei processi decisionali a beneficio della stessa funzione legislativa?

Il Partito democratico è una risposta concreta alla eccessiva presenza di partiti più grandi e più piccoli che accresce la loro conflittualità oltre i limiti del fisiologico. Si fondono grandi partiti tradizionali, che hanno una grande storia, e nasce un partito nuovo che è la sintesi di culture e di tradizioni diverse.
L’esito delle primarie ha dato ragione ai promotori del Pd come confermano i 3 milioni e mezzo di elettori.
Il gruppo del Pd presso il Consiglio regionale è un punto di aggregazione di diverse realtà politiche e comprende la Lista Civica Piero Marrazzo per il Pd, che ha deciso di aderire a questo progetto proprio per la sua apertura chiara allea società civile. In breve tempo il gruppo sarà pienamente operativo e darà voce a una rilevante presenza politica che esprime una visione del ruolo della Regione ispirata soprattutto al rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini e alla partecipazione.

In concreto, quali benefici potrà determinare la nascita del Pd sul piano dell’attività legislativa?

Un ampio schieramento politico avrà una sola voce e garantirà il suo contributo sia nei lavori delle Commissioni sia in Assemblea, semplificando notevolmente l’attuale percorso legislativo. Tutto ciò favorisce i tempi della decisione, che è il vero nodo oggi delle nostre istituzioni democratiche in cui il fattore della rappresentanza deve conciliarsi con quello della rapidità dei processi decisionali.
Ritengo inoltre molto importante l’impulso che, grazie al suo esempio, il Pd potrà dare alla semplificazione di tutto il quadro politico che tuttora è estremamente frastagliato, senza motivazioni plausibili e comprensibili da parte degli elettori e dei cittadini.

Lo snellimento dell’apparato dei partiti è sufficiente per garantire una maggiore efficacia di risultati della politica?

Certamente no. Io provengo non dai partiti ma dal mondo civico, come professionista che ama la politica. Non la intendo come mestiere ma come servizio, cioè come occasione di concorrere con la mia esperienza a fornire un contributo culturale all’attività politica.
Penso che tutti i cittadini possono offrire qualcosa alla politica se la intendiamo come una risposta concreta e reale ai problemi della comunità. Dobbiamo rilanciare la polis, il luogo in cui la gente sente di essere partecipe di un grande impegno collettivo per il bene comune.
Abbiamo concretizzato questo modello attraverso il meccanismo della partecipazione. Oggi, il Consiglio regionale perviene all’approvazione di una legge dopo un lungo confronto con la comunità regionale. Le nostre leggi, il nostro bilancio, il nostro documento di programmazione economica e finanziaria, sono atti “partecipati”, cioè discussi e confrontati con le comunità presenti sul territorio.
Vogliamo ascoltare tutti, e questo significa rendere tutti più consapevoli e corresponsabili delle decisioni che riguardano la vita di ognuno.

La sanità è il banco di prova più importante della politica regionale. Quale bilancio si può fare a metà legislatura?

Il forte indebitamento del settore ha richiesto un grande impegno su vari fronti, per accertare la reale entità del debito stesso, per predisporre un piano di rientro efficace e per migliorare la qualità delle prestazioni ai cittadini del Lazio, eliminando gli sprechi e disservizi, e garantendo stabilità ad oltre 33mila lavoratori del settore.Questo grande sforzo ha ottenuto dal governo nazionale pieno sostegno e si è potuta portare avanti una linea di rigore e di risanamento che darà frutti molto importanti.
La riorganizzazione della sanità è l’obiettivo fondamentale del programma di governo pesando come un macigno sulla finanza regionale. Dobbiamo fare in modo che questa operazione di pulizia, di trasparenza, di efficienza sia condotta nei termini previsti, per evitare anche che possa radicarsi la mala pianta della corruzione che aveva già messo le sue radici nel passato, con danni enormi anche per la credibilità delle istituzioni pubbliche.
I cittadini hanno bisogno di una sanità non malata ma capace di offrire quelle prestazioni, quel clima, quei servizi e quelle garanzie di tutela che sono richieste da coloro che si rivolgono alle sue strutture e che spesso rappresentano il ceto più debole e fragile della nostra società. Una buona sanità, quindi, è anche un segno di una civiltà moderna e attenta alle condizioni di benessere della nostra comunità.

Un altro tema sensibile che la Regione deve affrontare è quello della sicurezza dei cittadini che denunciano sempre più spesso paure, mancanza di tutele, esposizione a fatti criminosi, che non solo non rendono serene la loro vita e il loro lavoro ma aggravano la percezione di istituzioni pubbliche incerte, non adeguate, non in grado di rispondere con forza alla criminalità ed alle minacce provenienti da chi delinque a danno di ogni categoria di cittadini, soprattutto dei più deboli e dei più indifesi.

Il grave problema della sicurezza dei cittadini deve essere affrontato attraverso un percorso complesso: l’ammodernamento delle norme legislative che devono garantire una incisiva lotta alla corruzione, l’equità e la certezza della pena e il reinserimento sociale dei colpevoli, il potenziamento degli strumenti di contrasto e repressione a disposizione delle forze dell’ordine, l’offerta a tutti i cittadini di condizioni di vita e di occupazione che li sottraggano alla precarietà, al rischio della povertà e all’emarginazione sociale.
Si tratta perciò di mobilitare lo Stato, le Regioni, le comunità locali e ogni settore della società per procedere in modo coeso, con un chiaro percorso programmatico, nella convinzione che garantire la sicurezza dei cittadini significa accrescere il valore della loro libertà in tutti i campi e favorire le loro iniziative in un sistema in cui ci sia una competizione leale e corretta, non inquinata da coloro che si confrontano in termini illegali e criminosi con gli altri gruppi sociali che rispettano le leggi.
La regione Lazio ha deciso di dare battaglia alla criminalità per evitare quanto è accaduto in altre aree del territorio dove le varie piovre e le centrali del crimine stanno producendo effetti devastanti sull’economia, sul tessuto sociale e soprattutto sulla fiducia delle nuove generazioni nei confronti delle autorità pubbliche e della politica. Ed è una battaglia che vede impegnati il governo della Regione insieme al Consiglio regionale proprio perché è necessario che ciascuno faccia la sua parte, sul piano operativo e sul piano legislativo in un campo in cui, come dicevo, devono interagire l’efficacia delle leggi e la qualità dei programmi di intervento a sostegno della sicurezza dei cittadini.
Tra le varie iniziative che sono state assunte e che riguardano aspetti essenziali della vita dei nostri territori cito le iniziative contro le infiltrazioni mafiose e la legge per migliorare il sistema carcerario, la quale, promuovendo progetti volti al reinserimento sociale dei detenuti e garantendo in misura maggiore la loro tutela sul piano sanitario, pone il Lazio all’avanguardia in Italia.
Mi preme ricordare, infine, il nostro impegno rivolto ai cittadini più giovani, protagonisti del progetto “A scuola di legalità”. Per ora abbiamo svolto degli incontri negli istituti secondari superiori del territorio regionale, ma vorremmo che questa scuola della legalità fosse estesa in tutta l’Italia, in modo da garantire una formazione culturale in grado di costituire il più forte deterrente contro l’illegalità, sottraendo i giovani ai rischi di precipitare nel tunnel senza uscita della delinquenza e del crimine.


FOTO: Il sindaco di Roma Walter Veltroni ad un convegno con Massimo Pineschi

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