I 40 anni della 121/1981 hanno messo in ombra altre ricorrenze, legate alle polizie locali ed alla sicurezza stradale
I quarant’anni dell’entrata in vigore della legge di riforma della Pubblica sicurezza, hanno messo in secondo piano altre ricorrenze, legate alle Forze dell’Ordine locali ed alla Polizia Stradale. Ci si riferisce, in modo particolare, al 40° compleanno dell’ANVU, il sodalizio professionale delle polizie locali, ed al 30° dell’ASAPS, l’Associazione sostenitori e amici della Polizia Stradale.
L’ANVU. Le basi della prima associazione, in realtà, vennero gettate nell’aprile del 1978 a Montesilvano, in provincia di Pescara, dove rappresentanze di vigili urbani di molti comuni italiani si incontrarono per discutere del d.p.r. 24 luglio 1977, n. 616, che, in attuazione della legge delega 382/1975, aveva trasferito agli enti locali territoriali una serie di funzioni di polizia amministrativa prima spettanti allo Stato. L’argomento venne ripreso nell’aprile dell’anno dopo a Lido di Camaiore, in provincia di Lucca, dove il 26 marzo 1980 si tenne la prima assemblea nazionale dei delegati dei vigili urbani d’Italia, i quali lanciarono la richiesta di un’apposita legge quadro per le Forze dell’Ordine dipendenti dagli enti locali.
Il 7 marzo 1981, tre giorni dopo che il Senato aveva approvato, con modifiche, il disegno di legge sulla riforma dell’Amministrazione della Pubblica sicurezza, diciannove operatori delle polizie locali costituirono, davanti ad un notaio a Lido di Camaiore, l’Associazione Nazionale Vigili Urbani, il cui primo presidente fu Edelvais Borgetti, ufficiale in forza alla Polizia locale di Roma.
Da allora, l’ANVU, la cui denominazione, nel corso del quinto congresso nazionale ospitato nel settembre del 1990 a Caravaggio (Bergamo), venne modificata in “Ars Nostra Vis Urbis – Associazione professionale Polizia municipale d’Italia”, ha operato a 360° gradi, sfruttando al meglio quanto stabilito dall’art. 3 dello Statuto: «tutelare e difendere, in ogni campo, gli interessi degli appartenenti alla Polizia Municipale e alle altre forze di Polizia Locale per la migliore qualificazione professionale degli stessi», promuovendo e coordinando «qualsiasi attività diretta a conseguire la migliore organizzazione dei servizi e della conseguente condizione di lavoro».
In tale ambito, l’ANVU è un ente di formazione professionale riconosciuto dal Dipartimento della Funzione pubblica, nonché componente e consulente di università, commissioni parlamentari ed enti pubblici e privati.
L’ASAPS. Diverse le vicende dall’Associazione sostenitori e amici della Polizia stradale. Nel febbraio del 1991, dopo un’esercitazione di tiri al poligono di Bologna, si incontrarono due sindacalisti: Giordano Biserni, all’epoca segretario regionale del SAP, e Franco Corvino, membro del direttivo dell’Emilia Romagna del SIULP. Entrambi in forza a reparti della Stradale di una regione che nel decennio 1981/1990 era stata funestata dallo stragismo del sabato sera (70.184 incidenti che, tra le ore 22 del venerdì e le ore 4 del lunedì avevano provocato la morte di 451 giovani con un’età media di 23 anni), avevano dovuto constatare una scarsa consapevolezza, da parte di taluni sindacalisti, delle difficoltà insite nel lavoro della specialità. In realtà, una conoscenza non particolarmente approfondita si registrava pure nei confronti delle altre specialità le quali, anche prima della riforma, mostravano qualche problema in meno rispetto al resto del Corpo. La Stradale, poi, era considerata il fiore all’occhiello della Pubblica sicurezza e, vuoi per la specializzazione tecnica più qualificata del personale, vuoi per gli ufficiali ai vertici della specialità (i quali erano gli unici del ruolo a svolgere attivamente concrete funzioni di P.S. e di Polizia giudiziaria), vuoi, infine, per una certa indipendenza derivante dall’organizzazione territoriale («Ma la Polizia stradale non è un Corpo separato: fa parte dell’Amministrazione della P.S. e non è possibile assistere ancora, passivamente, a tutti i tentativi… di operare in forma assolutamente autonoma dalle questure che non sanno cosa faccia e come operi la Polizia stradale nell’ambito della provincia», scriveva il questore di Mantova nel maggio del 1976 in una riservata-personale indirizzata al prefetto della città virgiliana), pareva avere una posizione privilegiata.
Per i dieci “stradalini” che si incontrarono il 28 marzo 1991 presso la Stradale di Forlì la posizione privilegiata non era tale, come dimostrato dai 314 colleghi morti dal 1947 al 1990, di cui 292 in servizi di viabilità (quasi il 93% rispetto al neppure 4% degli undici deceduti in conflitto a fuoco). In pochi mesi la neonata associazione raggiunse così oltre 1.500 adesioni ed a novembre, in occasione della registrazione notarile dello statuto, i soci fondatori era divenuti sedici.§
Ad oggi l’ASAPS conta più di diecimila iscritti, di cui il 70% appartenenti alle Forze dell’Ordine (non solo alla Stradale), 20 osservatori (famosissimo quello denominato “Sbirri pikkiati”, dedicato alle aggressioni subite dagli operatori di Polizia) ed importanti risultati raggiunti come la richiesta, poi accolta dal Parlamento, nel corso della XVII legislatura, volta ad introdurre nel codice penale i delitti di omicidio stradale e di lesione personali stradali (legge 41 del 23 marzo 2016).
La legge-quadro sull’ordinamento della Polizia Municipale. A metà tra l’istituzione dell’ANVU e dell’ASAPS, si colloca un intervento normativo di interesse per entrambi i sodalizi, riguardando l’ordinamento della Polizia Municipale. La legge 7 marzo 1986, n. 65, ribadiva quanto già sancito nel 1865 (l’art. 116 della legge comunale e provinciale che, infatti, prevedeva l’obbligatorietà, per i comuni, delle spese per la Polizia locale), tentando anche di rispondere alla duplice esigenza di definire con maggiore precisione i compiti del personale (art. 3: «Gli addetti al servizio di Polizia Municipale esercitano nel territorio di competenza le funzioni istituzionali della presente legge e collaborano, nell’ambito delle proprie attribuzioni, con le Forze di Polizia dello Stato, previa disposizione del sindaco, quando ne venga fatta, per specifiche operazioni, motivata richiesta dalle competenti autorità») ed alle richieste dei cittadini che cominciavano a chiedere un maggior impegno delle amministrazioni comunali nel settore della sicurezza a 360 gradi.
Antonio Mazzei