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Aprile/2006 - Interviste
Lazio
"Al primo posto i diritti e un controllo rigoroso dei costi"
di Intervista a cura di Paolo Pozzesi

Intervista al Presidente
del Consiglio regionale
Massimo Pineschi sul Bilancio 2006,
approvato l’11 marzo: sanità, casa,
occupazione, sicurezza sul lavoro, ambiente e
progetti per rilanciare l’economia. “L’elemento
innovativo è stata la partecipazione, dai singoli
cittadini alle Istituzioni, e alle organizzazioni
sociali, imprenditoriali, politiche”


Con l’approvazione del Bilancio di previsione 2006, avvenuta l’11 marzo scorso, il Consiglio regionale ha varato una manovra che avrà importanti effetti sia sul rilancio economico sia sul fronte sociale poiché attiva una serie di finanziamenti e di spese che incideranno sulla vita dei cittadini per tanti aspetti, a cominciare da quelli che riguardano la loro condizione e qualità di vita: dalla salute alla casa, dal lavoro alla formazione, dalla mobilità ai servizi sociali; dalla cultura alle attività del tempo libero. Un bilancio, quindi, che interessa le persone, donne e uomini, lavoratori e giovani, infanzia e persone anziane.
Questo è il primo bilancio approvato dalla nuova giunta. Quali elementi di novità presenta?
Penso che l’elemento innovativo e di svolta è che è un bilancio “partecipato”, cioè esaminato, discusso, confrontato sul territorio, provincia per provincia, con tutti coloro che ne avevano titolo, dai singoli cittadini alle loro organizzazioni sociali, imprenditoriali, politiche, alle Istituzioni. Quindi, vuole andare incontro alle esigenze più marcate che provengono da ogni zona del Lazio, una Regione con 5 milioni di cittadini e anche con molte differenze tra provincia e provincia per quanto riguarda i loro bisogni concreti.
Miglioreremo questa possibilità di coinvolgere i cittadini e gli enti locali modificando la procedura sulla programmazione, il bilancio e le norme di contabilità.
Quale è stato il vincolo maggiore che ha condizionato questo primo bilancio?
Senza dubbio quello finanziario. La stampa ha ben descritto qual’era lo stato dei conti regionali, in particolare nel settore della sanità, dove il deficit era un’autentica mina contro ogni tentativo di reperire risorse da destinare allo sviluppo e alla realizzazione di politiche sociali rispondenti alle attese delle persone che vivono nella nostra Regione.
Non è stato affatto facile trovare risorse da destinare a migliorare la realtà sociale e produttiva regionale, oltre tutto perché abbiamo dovuto anche registrare tagli al finanziamento delle Regioni a livello centrale.
Quale poteva essere la via d’uscita a questi gravi condizionamenti? È stata scelta una via: non aumentare le tasse, anzi sono stati aboliti i ticket sanitari, e abbattere ogni spreco possibile per reperire risorse.
E il risultato?
Il risultato è che il bilancio 2006 presenta un rapporto tra spese correnti e spese in conto capitale nel migliore equilibrio possibile: le spese correnti ammontano a 9,8 miliardi di euro e quelle in conto capitale a 3,7 miliardi.
Nel suo complesso, gli stanziamenti ammontano a 13,5 miliardi di euro, mentre le entrate finali ammontano a 12,1 miliardi.
Abbiamo introdotto economie e risparmi e vogliamo proseguire in questa direzione riducendo del 12% in tre anni la spesa sanitaria, garantendo al tempo stesso la copertura del disavanzo atteso per il 2006.
Un’apposita “cabina di regia” vigilerà su questo controllo che comporta una rigorosa gestione della sanità, senza incidere sui diritti alla salute dei cittadini che saranno pienamente rispettati.
Nel lungo e forte dibattito in Consiglio, dove si sono misurate la maggioranza e l’opposizione con vigore, ha percepito che la “macchina regionale”, e soprattutto tutto ciò che riguarda la produzione legislativa e il funzionamento delle strutture, debba essere in qualche modo ammodernata?
Non c’è dubbio. Ne abbiamo parlato molto in Consiglio. C’è una piena percezione che molte cose devono essere riviste per migliorare l’efficienza del sistema decisionale. In primo luogo l’attività dell’Assemblea legislativa.
Nel corso del dibattito in Assemblea è stata sollecitata una forte iniziativa per l’autoriforma e l’auto-organizzazione della struttura consiliare per garantire maggiore funzionalità ed efficienza alla macchina legislativa. Penso allo Statuto, ai regolamenti che riguardano l’attività in Consiglio e nelle Commissioni, all’organizzazione e al funzionamento degli uffici.
C’è, dunque, una precisa convinzione che bisogna aggiornare gli strumenti di cui disponiamo. Non tutti sanno che oggi il Consiglio regionale non ha solo la funzione di fare buone leggi per i cittadini del Lazio, ma concorre alla legislazione nazionale ed è impegnato anche sul fronte delle leggi e degli indirizzi che l’Unione Europea deve seguire per rafforzare la coesione sociale e garantire un grande equilibrio nello sviluppo economico e civile di tutte le regioni d’Europa.
Abbiamo inoltre compiuto un passo importante avviando un notevole processo di semplificazione e di trasparenza, eliminando norme obsolete che riguardavano altri aspetti della vita regionale e che ritardavano le decisioni, a tutto scapito delle risposte urgenti che dobbiamo dare a chi vive ed opera nel Lazio.
Abbiamo varato un pacchetto sull’urbanistica che, oltre a prevedere la partecipazione dei cittadini alle fasi di elaborazione dei piani regolatori, garantisce una rapida approvazione degli stessi per tutti i 376 Comuni del Lazio, 90 dei quali ne sono sprovvisti, mentre molti hanno semplicemente strumenti urbanistici vecchi.
Dicevamo del bilancio 2006 e della difficoltà di garantire servizi e sviluppo tenendo conto del vincolo dato dalla necessità di contenere la spesa. Considerato ciò, per il diritto alla salute cosa è stato possibile fare?
Per quanto riguarda questo tema, la nostra Regione sconta un’eredità difficile. Siamo chiamati a rilanciare la sanità, puntando soprattutto sul potenziamento e sulla qualità di quella pubblica.
Il controllo della spesa, ovviamente, è il primo passo da compiere. E lo stiamo compiendo, attraverso l’adozione di un sistema informatico integrato, chiamato “cruscotto”, che permetterà di incrociare e sistematizzare in un unico contenitore i flussi di informazioni relativi alle voci di spesa delle strutture sanitarie, oggi polverizzati in una serie di enti diversi. Una grande lente di ingrandimento per avere uno sguardo d’insieme, completo ed accurato, della sanità del Lazio e dei suoi conti, che sia d’aiuto nell’individuazione di guasti e di punti di criticità.
Ma da solo, il controllo della spesa non basta. Vi è la necessità, infatti, di riequilibrare il rapporto tra ospedali e territorio, tra le cure erogate negli ospedali e l’assistenza territoriale. Il nostro obiettivo è ridurre il numero dei ricoveri ospedalieri - per i quali è stato stabilito il tetto di 980.000 unità per il 2006 - potenziando, al tempo stesso, le strutture territoriali, indispensabili per fornire assistenza ai cittadini affetti da malattie croniche, che necessitano di cure costanti.
Noi pensiamo sia importante sviluppare una rete integrata di assistenza in cui sia valorizzato il ruolo dei medici di base, che devono poter coordinarsi con i medici specialisti per offrire, all’interno degli ambulatori pubblici, i servizi sanitari di cui una popolazione sempre più anziana ha bisogno per vivere bene. La sanità, infatti, non va considerata soltanto come problema di costi e di equilibri finanziari ma come un aspetto fondamentale di protezione sociale che richiede una politica pubblica in grado di assicurare ai cittadini, e in particolare alle categorie più deboli, strumenti efficaci per prevenire e curare le malattie e le patologie che rendono infelice, dolorosa e precaria la condizione di vita delle persone.
Su quali altri temi avete focalizzato la vostra attenzione?
Il nostro impegno è sempre stato rivolto a garantire i diritti delle persone. Seguendo questo principio, nel bilancio siamo intervenuti a favore del diritto alla casa, finanziando la manutenzione del patrimonio immobiliare degli Ater e istituendo un fondo speciale di 32 milioni di euro che darà ai lavoratori precari la possibilità di chiedere un mutuo per l’acquisto della prima casa.
Particolare attenzione è stata data inoltre alle categorie più deboli.
Per la prima volta, nel bilancio regionale è stato inserito un capitolo di spesa dedicato alle politiche di genere ed alla promozione delle pari opportunità, uno stanziamento che consentirà, tra le altre cose, di mettere in rete i numerosi organismi oggi esistenti in questo settore nel Lazio, di organizzare percorsi formativi e campagne di sensibilizzazione, e di monitorare le discriminazioni di genere presenti nelle aziende.
Abbiamo poi provveduto a stanziare un milione e mezzo di euro per aiuti economici e agevolazioni a disposizione di persone singole e coppie non sposate che si trovano in condizioni di disagio economico e sociale, estendendo anche a questi soggetti alcuni diritti di cui godono già le famiglie tradizionali.
In tema di occupazione e politiche sociali, quali sono stati gli interventi più significativi?
Per quanto riguarda l’occupazione, abbiamo previsto l’adozione di un Codice etico per le imprese che armonizzi la normativa comunitaria con quella nazionale e che garantisca un lavoro dipendente sicuro e regolare. E, ancora, abbiamo istituito una task force, un tavolo interassessorile con compiti di proposta e iniziativa che si occupi di trovare soluzioni a favore della stabilizzazione occupazionale.
Vanno segnalate anche le importanti misure a favore della sicurezza nei luoghi di lavoro: ricordo l’istituzione di un nuovo Osservatorio regionale per raccogliere, presso l’agenzia di sanità pubblica, tutti i dati che riguardano gli infortuni sul lavoro, la messa a punto di campagne di informazione volte alla diffusione della cultura della sicurezza e il potenziamento delle attività di vigilanza nei luoghi di lavoro.
In ambito sociale, segnalo, tra le varie misure adottate, gli investimenti destinati al potenziamento della rete dei consultori, degli asili nido e l’istituzione degli sportelli antiusura. Tre milioni sono stati assegnati a progetti diretti alla prevenzione e alla riduzione del danno nel settore delle tossicodipendenze.
Abbiamo inoltre approvato un emendamento per consentire alle madri detenute con figli minori di tre anni di passare il loro periodo di detenzione in case famiglia anziché in carcere.
Anche i diritti dei detenuti del carcere di Regina Coeli sono stati tutelati, attraverso un intervento che servirà a porre fine ad una situazione di estremo disagio, adeguando la struttura penitenziaria agli standard previsti.
E per la tutela ambientale?
In tema di ambiente, sono stati presi, tra l’altro, provvedimenti a difesa del suolo, a favore dei parchi e per interventi di bonifica ed emergenza ambientale. Per coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo, è stato istituito un fondo unico di 100 milioni di euro per la ricerca sulle fonti energetiche rinnovabili e la creazione di un polo dedicato all’idrogeno a Civitavecchia.
Un ulteriore stanziamento di 60 milioni di euro in tre anni è stato predisposto per favorire il potenziamento degli strumenti in materia di sviluppo economico, ricerca ed innovazione. Tale fondo non potrà essere utilizzato per ricerche svolte in ambito militare.
Quali, infine, gli investimenti atti a rilanciare l’economia regionale?
Sul fronte del rilancio economico, sono stati adottati progetti legati allo sviluppo dell’agricoltura, delle Pmi industriali, del turismo e dell’artigianato. Per dare impulso allo sviluppo dei distretti industriali del Lazio, la Regione ha stanziato un contributo di quindici milioni di euro che serviranno a finanziare progetti specifici, in particolare nei settori del tessile e del marmo.
Investimenti importanti sono stati fatti anche nel settore nautico, con la progettazione, a Gaeta, di un polo integrato per l’economia del mare, per valorizzare e rendere produttiva una grande risorsa della nostra Regione. Anche il turismo è stato finanziato, attraverso la creazione di un fondo unico di 24 milioni di euro per la promozione, la formazione delle professioni e la riqualificazione delle strutture. Si è puntato inoltre sulla cultura, attraverso la creazione di una Film Commission che darà nuovo slancio al settore del cinema e dell’audiovisivo nel Lazio.
Tre milioni di euro sono stati poi stanziati per sviluppare i centri commerciali naturali del Lazio, quelle aree dove vi è un’alta concentrazione di esercizi commerciali, attività artigianali e mercati.
Grandi investimenti sono stati predisposti, infine, per la mobilità e riguardano la creazione di nodi di interscambio gomma-ferro nella Provincia di Roma, il prolungamento della Metro A e della Metro B e la realizzazione, sempre nella Capitale, di una rete di filobus.


FOTO: Roma, piazza di Spagna

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