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Fabbraio-Marzo/2009 - Articoli e Inchieste
Impronte digitali
La dattiloscopia: impiego e normativa
di Silvestro Marascio

Il primo sistema biometrico venne creato in Francia
alla fine dell’800. Ancora oggi basta una semplice
lente d’ingrandimento ed un occhio esperto
ed allenato per individuare le corrispondenze
tra due impronte. Il progresso tecnologico non ha
comportato radicali mutamenti nell’attività
investigativa, ma ha permesso un’analisi più accurata
e veloce negli accertamenti


La dattiloscopia è la branca della criminalistica che occupandosi dello studio delle impronte papillari, siano esse di natura digitale, palmare o plantare, punta all’identificazione di un soggetto mediante la comparazione dei dati biometrici di quest’ultimo con dei termini noti già presenti negli archivi di Polizia. La progressione tecnologica, che immancabilmente ha interessato anche questo settore, non ha comportato dei mutamenti radicali nell’attività investigativa bensì ha solo permesso un’analisi più speditiva degli accertamenti; si consideri che questo settore potrebbe essere definito quello più campale nelle scienze forensi - specie paragonandolo alle sofisticate analisi su campioni biologici o nel digital forensic -, basta una semplice lente d’ingrandimento ed un occhio ben allenato per individuare un eventuale corrispondenza tra due impronte.
Lo sviluppo dei protocolli trasmissivi, accompagnato da una miniaturizzazione dei componenti elettronici ed alla creazione di standard qualitativi elevati - relativamente alla scansione dei documenti di segnalamento ed alla memorizzazione di dati ed immagini -, ha permesso lo sviluppo di database on line per l’interrogazione e l’alimentazione di schedari di Polizia contenenti i dati alfanumerici e biometrici dei soggetti sottoposti a controllo per motivi di Polizia giudiziaria (repressione dei reati) o Pubblica sicurezza (prevenzione dei reati).

Origini della Dattiloscopia
La dattiloscopia non è stata, e non è tutt’oggi, l’unico sistema di comparazione biometrica poiché la stessa ha alla base il lavoro portato avanti nel tempo da vari studiosi per i motivi più disparati: Marcello Malpighi (1628-1694) è l’autore della descrizione dell’apparato tegumentario; Johannes Evangelista Purkinje (1787-1869) individua un primo raggruppamento in categorie del disegno dermico; William Herschel (1833-1918) è il primo ad utilizzare le impronte digitali per l’identificazione dei cadaveri sconosciuti, infine Henry Faulds (1843-1930) e Francis Galton (1822-1911), quest’ultimo ricordato per l’individuazione delle caratteristiche delle impronte papillari - unicità, classificabilità, immutabilità -; Juan Vucetich (1858-1925) è l’ideatore di una prima classificazione delle impronte nell’America Latina (a tal proposito ha scritto Dactiloscopía Comparada); Edward R. Henry (1850-1931) e Giovanni Gasti (1869-1939) sono i padri della classificazione delle impronte nei sistemi anglosassone ed italiano.
Il primo sistema biometrico venne creato nella Francia di fine 800(1) da un solerte funzionario della Prefettura di Parigi: Alphonse Bertillon, il quale notando la pochezza d’informazioni presenti negli archivi di Polizia concretizza la reale impossibilità, da parte dell Autorità giudiziaria, di perseguire eventuali recidivi e tutto ciò lo induce a promuovere lo studio antropologico delle caratteristiche del corpo umano quale strumento identificativo accompagnandolo da accurato segnalamento descrittivo e dalla fotografia frontale e laterale del reo.
Lo studio antropologico prodotto era incentrato sul postulato che vuole l’ossatura umana differente da individuo ad individuo considerando che la stessa non varia dal 20° anno di età, ma nel 1914, nel corso del congresso internazionale di Polizia Scientifica di Monaco, fu deciso l’abbandono di tale tecnica. I motivi possono essere ricercati nei dati statistici sul mondo criminale dell’epoca che vedeva spesso protagonisti baby gang, quindi soggetti con ossatura ancora in fase di sviluppo e soggette a variazioni importanti, cui si aggiunse la materiale difficoltà degli operatori di esperire i rilievi su ben 11 parti del corpo.
Nel 1903 nel penitenziario di Leavenworth, Usa, furono sottoposti ai rilievi due detenuti dai dati anagrafici e tratti somatici simili, Will West e William West, ma dalle misure antropometriche identiche unica incongruenza riscontrata: non si trattava della stessa persona questo lo si è appurato a seguito della comparazione delle impronte digitali: il bertillonage lasciava il passo alla dattiloscopia.
Nel 1900 vengono adottate dalla Polizia londinese le impronte digitali quale strumento identificativo.
Le caratteristiche del disegno dermico sono le seguenti:
- Univocità: non vi sono due soggetti che presentano le stesse impronte digitali: questo è stato accertato anche su gemelli omozigoti che pur presentando un disegno generale simile presentano diseguaglianze analizzando le creste che compongono il disegno papillare e le minutiae presenti (punti caratteristici identificabili allorquando l’andamento della cresta cutanea subisce dei mutamenti nel suo naturale decorso, s’interrompe, biforca, origina particolari figure come uncini, laghi, che di seguito verranno meglio descritti).
- Classificabilità: le impronte digitali sono state classificate in quattro figure fondamentali in relazione alla presenza del centro di figura e del delta. I punti focali dell’impronta sono originati dall’andamento delle creste cutanee riferendosi a tre sistemi: il sistema marginale dove le creste contornano il polpastrello, il sistema basale con le linee papillari parallele al termine della falange, ed il sistema centrale. Dal congiungimento dei sistemi appena descritti possono originarsi figure del tipo adelta, mancanti delle creste del sistema centrale e del delta dove le linee del sistema basale nel loro naturale decorso s’innalzano sino a congiungersi con le creste del sistema marginale. Le figure del tipo monodelta sono caratterizzate dalla presenza di un centro di figura e da un solo delta che si origina dall intersezione dei tre sistemi anzidetti, mentre quelle del tipo concentrico sono caratterizzate dalla presenza di un centro figura dalla forma tondeggiante e dalla presenza di due delta, infine le figure composte sono contraddistinte da un particolare centro di figura, con creste papillari che originano figure complesse, e da almeno due delta (figura rarissima, rientrante in questa tipologia, è la tridelta).
-Immutabilità: il disegno papillare si origina verso il terzo mese di vita intrauterina e già al settimo sono completamente formate. Solo un trauma che intacca la superficie endogena del derma può comportare una permanenza nella mutazione del disegno papillare, fermo restando che ciò comporta un contrassegno non di poco conto per l’investigatore.
Come accennato in precedenza anche altri possono essere gli elementi oggetto di una comparazione biometrica ai fini identificativi: iride, morfologia della mano, analisi della firma e delle vene, identificazione della voce.
Gli elementi veramente significativi a tal proposito sono pochi, specie affrontando un rapporto tra caratteristiche quali l’unicità dell’elemento considerato, la permanenza e l’universalità delle caratteristiche proprie dello stesso quindi il grado di facilità di ingannare il sistema di comparazione. Il rapporto tra qualità (importanza dell’oggetto da tutelare) e costi (spese da affrontare su vasta scala per garantire l’efficienza del sistema: acquisto licenze, aggiornamento hardware e software, manutenzione degli apparati) ha anche una sua importanza, fermo restando la necessità di istituire linee guida dirette ad amministrazioni pubbliche e private per progetti che richiedono il ricorso a tecnologie biometriche(2).
Considerando quanto detto, il metodo più utilizzato rimane la dattiloscopia ma in futuro potrebbe essere sostituito dall’iris scanner, tecnica più costosa e sofisticata, in sperimentazione per le frontiere inglesi e Usa.

Basi normative ed utilizzo
della dattiloscopia
L’attività dattiloscopica può interessare parimenti il contesto civile e quello di sicurezza. Nel primo caso troviamo un esempio nella nuova normativa che istituisce la carta d’identità elettronica - Cie(3) - la quale presenta all’interno del suo microchip le impronte digitali dell’intestatario. Le difficoltà che gli uffici comunali, specie dei piccoli centri, stanno incontrando in questo contesto sono di natura logistica - presenza di armadietti metallici allarmati, ottimale suddivisione degli uffici con locali dedicati alla specifica attività - ed economica - acquisto dei macchinari idonei alla produzione on-site del nuovo documento di riconoscimento cui si aggiungono gli oneri per la ristrutturazione dei locali anzidetti cui avranno accesso il sindaco ed i funzionari delegati. Impieghi analoghi vengono riscontrati in vari Paesi esteri, specie dell’America Latina: in Cile, ad esempio, la Polizia utilizza spesso le impronte digitali presenti negli archivi comunali per la sua attività investigativa, in Perù gli atti di matrimonio vengono contrassegnati con l’apposizione dell’impronta sullo stesso documento dai coniugi, come si può notare nella pagina accanto nella riproduzione in alto.
Sugli impieghi civili dei dati biometrici vigila il Garante per la privacy: si consideri infatti che varie sono le persone giuridiche che hanno necessità di garantire la sicurezza di particolari locali permettendone l’accesso solo a taluni soggetti mediante l’utilizzo di sistemi d identificazione e memorizzazione dei dati - esempi possono essere alcuni Istituti di credito ovvero semplicemente verificando l’accesso a locali o dati particolarmente sensibili, mediante l’analisi dei files di log generati dal sistema(4).
L’utilizzo della dattiloscopia nel settore della sicurezza vede il coinvolgimento di norme nazionali ed internazionali spaziando nei campi dell’identificazione preventiva e giudiziaria. Nel primo settore rientrano le norme facenti capo alla prevenzione dei reati ed all’identificazione propria del soggetto sottoposto ai rilievi:
- Art. 4 Tulps: L'autorità di Pubblica sicurezza ha facoltà di ordinare che le persone pericolose o sospette e coloro che non sono in grado o si rifiutano di provare la loro identità siano sottoposti a rilievi segnaletici.
- Legge 27.12.1956 n. 1423: Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità. Trattasi di soggetti che mantengono un tenore di vita ed una condotta riconducibile ad attività delittuosa ed i rilievi dattiloscopici vengono effettuati contestualmente alla notifica del provvedimento all’interessato.
- La definizione di persona sospetta è tratta dall’art. 4 della legge 22.05.1975 n. 152 Disposizioni a tutela dell’ordine pubblico in relazione a... atteggiamento o la cui presenza, in relazione a specifiche e concrete circostanze di luogo e di tempo non appaiono giustificabili...
- La legge n. 189/2002 prevede agli artt. 4 e 5 l’assunzione delle impronte digitali e palmari all’extracomunitario che richiede il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno sul territorio nazionale.
- Art. 349 del C.p.p. identificazione di persona nei cui confronti vengono svolte le indagini da concordare con il pm.
- Identificazione dei cadaveri sconosciuti(5). Art. 294 reg. esecuz. del Tulps per quanto attiene ai compiti di Polizia amministrativa laddove viene richiesta un’identificazione del destinatario del provvedimento da notificare.
Lidentificazione giudiziaria interessa un frammento d’impronta papillare, sia essa di natura digitale o palmare, che viene repertata sulla scena del crimine(6) da personale specializzato delle Forze dell’ordine - art. 354 C.p.p. gli ufficiali di Polizia giudiziaria compiono i necessari accertamenti e rilievi sullo stato dei luoghi e delle cose - tutto farà seguito alla comunicazione di notizia di reato all’Autorità giudiziaria, ex art.347 C.p.p.
Le impronte assunte ai soggetti, oppure i frammenti papillari repertati, in ossequio alle norme precisate vengono trattate mediante un sistema informatizzato interforze: l’Afis la banca dati delle impronte digitali; il database è articolato in due sottosistemi uno denominato ten prints dove sono contenute le impronte assunte ai soggetti in ordine alle norme sull’identificazione preventiva, ed uno denominato latent prints che contiene i frammenti repertati sulla scena del crimine. Il funzionamento del sistema anzidetto è simile ma sicuramente più sofisticato ed attento alla qualità dei dati biometrici inseriti ai mini scanner presenti su alcuni pc portatili, smartphone di ultima generazione e penne usb, tutti dotati di sensore per l’acquisizione live (diretta) delle impronte digitali del proprietario.
L’hardware citato è abbinato ad un software che estrae le caratteristiche del disegno dermico e li memorizza per utilizzarli in eventuali comparazioni future; se il match ha esito positivo - quindi vi è un riscontro tra i dati letti al momento dal sensore, con i dati memorizzati precedentemente - il soggetto ha accesso ai dati d’interesse, se il match non avviene evidentemente non vi è una corrispondenza tra i due termini a confronto con conseguente diniego all’accesso.
Le fasi appena descritte sono quindi raggruppate come segue: enrollment, registrazione di un nuovo utente - nel caso della dattiloscopia preventiva ciò avviene mediante la scannerizzazione del cartellino segnaletico oppure, per l’identificazione giudiziaria, con la scannerizzazione del frammento papillare repertato (in questo caso si procederà alla digitalizzazione dell’adesivo su cui lo stesso è stato asportato ovvero della foto effigiante il frammento stesso) il sistema estrae le caratteristiche delle impronte, le minuzie - i contrassegni identificativi che sono alla base dell’unicità del disegno dermico -, sulla base di funzioni trigonometriche fondate sulla distanza tra i vari punti e combinando gli stessi valori in un modello binario.
La fase successiva - template - vedrà la memorizzazione del codice binario estratto precedentemente, il quale sarà la base per eventuali confronti. La fase finale è il pattern matching cioè la verifica di corrispondenza tra i due termini a confronto: il sistema vedrà solo due codici numerici a confronto, mentre per l’operatore dattiloscopico, ossia il tecnico del Comparto Scientifico delle Forze dell’ordine, il confronto verterà sulle immagini riproducenti le impronte del segnalato, quindi appena scannerizzate, con quelle di un candidato proposto dal database. Fermo restando l’importanza assunta dal sistema Afis, non si deve dimenticare che è sempre e solo l’operatore ad attribuire l’identità al soggetto (pattern matching) il sistema è solo un mero mezzo di ricerca e di contenimento dei dati che ha il merito di aver notevolmente accelerato i tempi di verifica e ricerca.
Il sistema legge le caratteristiche dell’impronta, che per lo stesso sarà una sorta di disegno, e le estrae, un esempio molto grossolano potrebbe essere l’Ocr applicato dagli scanner per il riconoscimento delle lettere da un documento scansito, i punti individuati saranno poi oggetto di controllo qualità da parte del dattiloscopista il quale potrà aggiungerne di nuovi ed eliminare dei contrassegni dubbi che il sistema ha posizionato.
La definizione appena data di contrassegno dubbio risiede nella qualità del documento scannerizzato e nella risoluzione del lettore ottico. Lansi/Nist-Itl 1-2000(7) è lo standard qualitativo alla base dei sistemi Afis (ad esempio Cogent, Papillon o Motorola), lo stesso è stato integrato nel tempo dalle soluzioni Interpol Implementation e dall’Electronic Fingerprint Transmission Specification (Efts) del Fbi.
Questo standard prevede che lo scanner in uso debba essere settato su una risoluzione minima di 500 dpi, con 256 livelli di grigio (il Fbi certifica scanner e stampanti in grado di riprodurre il cartellino segnaletico conformi a tale caratteristiche, l’elenco dei fornitori sono presenti sul sito web(8) della stessa Agenzia federale) al fine di catturare i particolari dell’impronta sul cartellino, se l’hardware rispetta le specifiche tecniche descritte e l’operatore assume con i dovuti criteri le impronte al soggetto, inchiostrazione ottimale e rotazione del polpastrello, la presenza di contrassegni dubbi sarà minima. Si consideri che il sistema potrebbe interpretare dei grumi d’inchiostro come punti caratteristici e quindi contrassegnarli come tale, è in questa fase che il controllo di qualità del dattiloscopista assume la sua rilevanza parimenti al successivo giudizio d’identità espressa nella fase comparativa.

Norme internazionali
In un contesto transfrontaliero l’importanza assunta dai dispositivi di identificazione biometrica viene enfatizzata dalla presenza di varie convenzioni, specie interessanti il settore dell’immigrazione (nel 2008 sono arrivati in Italia 36.900 immigrati(9), circa il 75% rispetto al 2007 quando ne arrivarono 20.500) e della cooperazione tra le Forze di polizia. Il progetto Eurodac - in attuazione della Convenzione di Dublino, attivo dal 15.01.2003(10) - rappresenta una base dati mirante ad identificare i richiedenti asilo politico, le impronte papillari sono assunte ed inviate in formato digitale dall’Ufficio Immigrazione dell’Autorità nazionale che riceve l’istanza ad un’unità centrale della Commissione Europea che, entro 24 ore emette un responso positivo o negativo. Nel caso di positività il soggetto richiedente è già censito in banca dati, quindi ha già presentato analoga domanda in altro Paese, seguirà il rimpatrio ovvero il trasferimento nel Paese dove originariamente il soggetto ha presentato l’istanza. Nel caso di riscontro negativo la domanda è stata presentata per la prima volta quindi spetterà alle Autorità nazionali verificare il diritto di permanenza del soggetto.
Dal 28 giugno 2009(11) sarà istituito il nuovo passaporto Europeo che conterrà due impronte digitali del titolare - indice e medio -, il nuovo documento trae origine da una decisione assunta in sede Europea il 18.02.2004 e sarà alla base della creazione di un Registro europeo dei Passaporti.
L’implementazione dei servizi di cooperazione internazionale favorisce la velocità degli accertamenti ed il colloquio tra banche dati differenti: un esempio è rappresentato dal colloquio, seppur non diretto, tra Sirene e l’Afis.
Sirene(12) potrebbe essere definito come un Ufficio che, mediante un servizio di messaggeria, punta a garantire il colloquio tra le banche dati nazionali delle varie Forze di polizia ed in caso di dubbio sull’identità di un soggetto fermato alla frontiera vengono trasmesse le sue impronte digitali mediante mail protetta per eventuali accertamenti.
L’Italia ha aderito al progetto Sirpit per la verifica delle impronte digitali e delle fotografie, non si tratta di impronte digitali inserite in database ma assunte al momento al soggetto la cui identità è da verificare comparandole con quelle presenti nei sistemi Afis nazionali. Le modifiche future che interesseranno il sistema dei visti e la struttura propria di Sirene favorirà maggiormente tale collaborazione; nel frattempo l’introduzione del permesso di soggiorno elettronico è stato favorevolmente accolta dalle strutture di sicurezza internazionali.
Ritornando alle basi normative su cui si incentra la dattiloscopia, non ci si può esimere dall’evidenziare come questa sia arricchita dalle sentenze espresse dalla Corte di Cassazione. Il pronunciamento per eccellenza è rappresentato dalla sentenza n. 2559 del 14.11.1959 che indica in 16/17 le minuzie utili per l’attribuzione di un identità dattiloscopica - punti uguali per forma, posizione ed orientamento; nel corso del tempo altre sono state le decisioni assunte dalla Suprema Corte(13), in alcuni casi abbassando tale limite in altre stabilendo un giudizio qualitativo sull’accertamento effettuato. Il problema che si nota nel settore è la mancanza di univocità in tal senso: l’attribuzione dell’identità passa infatti da un minimo di 8 minuzie richieste in alcuni Paesi come la Bulgaria ai 14 punti richiesti a Malta, la maggior parte dei Paesi europei si attesta su 12 minuzie mentre per l’Italia, come detto in precedenza, ne vengono richieste 16/17. Da considerare infine che nel sistema anglosassone l’accertamento tecnico si rifà al libero convincimento espresso dall’esperto.
Concludendo si auspica che in un sistema oramai transazionale - che ha visto l’istituzione di organi quali Europol, Eurojust, gruppi di lavoro Enfsi e l’adesione al trattato di Prum(14) - vi sia una comune visione in materia d’identificazione dattiloscopica stabilendo direttrici collegialmente condivise.
______________________________
NOTE
Note:
1) http://www.dia.unisa.it/~ads/corso-security/www/CORSO-9900/biometria/bertillon.htm; http://www.dia.unisa.it/~ads/corso-security/www/CORSO-0102/biometria.pdf
2) Linee guida per le tecnologie biometriche gruppo di lavoro del Centro naz. per l’Informatica nella P.a.
3) D.m. 19.07.2000, modificato con Dd.Mm. 14.05.2003 e 06.11.2003 art. 1 c.1, lett. f) g).
4) Divieto del Garante art 154, 1 d) del Codice, bollettino n. 91/2008 Rilevazioni biometriche per verificare la presenza a corsi di formazione; http:/ /www.garanteprivacy.it/garante/doc.jsp?ID=1487892
5) L’ufficio del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse - Prefetto Monaco, ufficio istituito nel luglio 2007 - con circ. n. 070098 del 5.12.2007 diretta ai Comuni, alle Asl ed agli Istituti di Medicina legale indicava: si rende necessario effettuare il censimento dei cadaveri non identificati allo scopo di confrontarli con quelli delle persone scomparse, si consideri che i soggetti in questione sono più di 23.000. Nell’agosto del 1930 Salvatore Ottolenghi scriveva nella relazione svolta ad Anversa in occasione del 3° Congresso Internazionale di Polizia gli uffici di Ps hanno l’obbligo di segnalare tutti i cadaveri di persone da identificare. Il segnalamento e il sopralluogo di Salvino Paternò e Pierfranco Diana, ed. Laurus Robuffo, ed il libro Dieci e tutte diverse di Salvatore Giuliano confermano la necessità di comparare le impronte dei cadaveri con quelle censite in Afis.
6) La fase analitico-descrittiva della scena del crimine spetta alla Polizia giudiziaria ed interessa non solo il luogo dove il crimine materialmente si è compiuto ma tutte le pertinenze annesse, ai sensi della circolare n. 1667 del 24 luglio 1910 del ministero di Giustizia sono da considerare impronte tutte quelle tracce che si possono riscontrare nel cadavere, nel pavimento, nelle pareti, nei vetri, negli usci, negli oggetti, sulla strada lasciate dalle mani, dai piedi - nudi o calzati dai denti, dagli strumenti adoperati.
7) BiometriaTech essecome luglio-agosto 2006, Lo standard Afis di Aldo Agostini presidente Sssy.
8) http://www.fbi.gov/hq/cjisd/iafis/cert.htm
9) Televideo Rai, ultimo ora del 30.12.2008.
10) http://europa.eu.int/comm/justice_home/
11) Nuovo passaporto biometrico di Anna Maria Angelone, Panorama 1/1/2009 pg. 75.
12) Atti parlamentari, XIV legislatura discussioni accordo Schengen seduta del 13.07.2005, audizione del col. Enrico Maria Falcone, dir. V Div. Servizio Cooperazione Internazionale di Polizia.
13) Sent. n. 09051 del 13.10.82 fa riferimento a 14-15 punti corrispondenti per un giudizio d’identità, la sent. n. 10567 del 13.11.85 evidenzia la sussistenza di almeno sedici punti, massima confermata con la sent. 04254 del 22.03.1989.
14) http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/pacchetto_sicurezza/prum.html; il trattato prevede lo scambio transfrontaliero dei dati sensibili, tra questi rientrano le impronte digitali ed il Dna.

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