Presso il CEDS è stato presentato il ricorso n. 140/2016 per la violazione dei diritti sindacali garantiti anche ai finanzieri dalla Carta Sociale Europea.

Riassumiamo in breve le tappe della vicenda:

  • con decisione del 22 gennaio 2019 il CEDS ha accolto il ricorso e invitato il Governo italiano a risolvere le violazioni alla Carta Sociale;
  • il Governo italiano ha affermato che le violazioni erano in corso di risoluzione con il DDL Corda in corso di approvazione in Parlamento;
  • il CEDS non ha ritenuto l’allora DDL Corda in grado di risolvere la questione;
  • dopo l’approvazione della Legge n. 46/2022 (Legge Corda) il Governo italiano ha continuato e continua ad affermare di aver risolto le violazioni contestate dal Comitato;
  • lo scorso 27 giugno il CEDS ha ammesso le osservazioni del SILF che stigmatizzano come la Legge Corda sia ampiamente ed evidentemente insufficiente a superare le violazioni a danno dei finanzieri.

Ai finanzieri spettano pieni diritti sindacali

Il Comitato ritiene che la libertà di aderire o meno ad associazioni sindacali o ad associazioni professionali da parte di ciascun appartenente alle forze di polizia, nonché la libertà delle associazioni professionali/sindacali di polizia di affiliarsi ad organizzazioni nazionali o internazionali sia essenziale per il diritto di associazione stabilito dalla Carta. In questo caso, un divieto alla libertà di aderire ad altre associazioni nei confronti degli appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza è sproporzionato poiché li priva di un mezzo efficace per rivendicare i loro interessi economici e sociali, e pertanto non è necessario in una società democratica. Per questi motivi, il Comitato ritiene che il divieto per gli appartenenti al Corpo della Guardia di Finanza di aderire ad altre associazioni sindacali, laddove la Guardia di Finanza è funzionalmente equivalente ad una forza di polizia, si configura come una violazione dell’Articolo 5 della Carta.

Il CEDS boccia il DDL Corda. Non risolve le violazioni alla carta sociale

Il Comitato Europeo dei Diritti Sociali, con sentenza di merito del 22 gennaio 2019, ha sancito che la normativa italiana vigente viola gli artt. 5, 6 comma 2 e 6 comma 4 della Carta Sociale Europea, in quanto non riconosce ai finanzieri organi rappresentativi “dotati di mezzi per negoziare efficacemente i termini e le condizioni di impiego, compresa la retribuzione”. A seguito della sentenza, il Governo italiano ha espresso al Comitato le proprie giustificazioni, affermando come già la prima applicazione della sentenza n. 120/2018 della Corte Costituzionale e, soprattutto, il DDL “Corda”, fossero in grado di sanare le violazioni. La CGIL, Euromil e l’Associazione FICIESSE, al contrario, hanno contro-affermato come la sentenza n. 120/2018 della Corte Costituzionale fosse del tutto inattuata ed il DDL “Corda” fosse del tutto insufficiente a rendere la normativa italiana conforme alla Carta Sociale.
Ebbene, nella giornata del 23 marzo 2022, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali ha sonoramente bocciato le affermazioni del Governo italiano ed ha bocciato il DDL “Corda”, ritenendolo inadeguato ed insufficiente a risolvere le violazioni alla Carta Sociale Europea.

(www.silfnazionale.it)