Comunicato stampa – 13 ottobre 2020

Apprendiamo con sconcerto da organi di informazione che, nonostante la richiesta di archiviazione che sarebbe stata reiterata per due volte al giudice di merito dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, il Direttore di un istituto penitenziario romano e un Dirigente penitenziario gia in servizio presso la Direzione Generale dei detenuti e trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sarebbero in procinto di essere rinviati a giudizio per il suicidio di un detenuto.
L’accusa sarebbe quella di aver concorso alla morte del ristretto per non aver provveduto al suo tempestivo avvio in una REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza), struttura destinata all’accoglienza degli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, istituita dopo l’abolizione degli OPG (Ospedali Psichiatrici Giudiziari), come era stato disposto dall’Autorita Giudiziaria procedente.
Il paradosso e costituito dal fatto che le REMS non sono strutture dell’Amministrazione Penitenziaria ma sono realizzate, organizzate e gestite dal Servizio Sanitario Nazionale, per il tramite delle Regioni e delle Aziende Sanitarie Locali. La capienza di queste strutture, di natura squisitamente socio-sanitaria, e notoriamente del tutto insufficiente sull’intero territorio nazionale e, pertanto, esse non sono in grado di ricevere tutti soggetti infermi di mente, che, dimessi dalle carceri, dovrebbero essere immediatamente li internati per l’esecuzione delle misure di sicurezza detentive a loro applicate in via definitiva o provvisoria.
Questo significa che nessun provvedimento di trasferimento in REMS, di nessuna Autorita Giudiziaria, puo essere eseguito se il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda Sanitaria Locale competente, d’intesa con gli organi del S.S.N., non rendono disponibile il posto necessario ad accogliere l’internando. La cronica carenza di posti disponibili in queste strutture e la loro insufficienza strutturale a soddisfare le richieste della Magistratura Giudicante e di Sorveglianza e nota a tutti gli operatori della Giustizia sin dalla soppressione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e dalla contestuale istituzione delle REMS. Questa circostanza dovrebbe spostare l’attenzione dalle presunte responsabilita dei Direttori delle carceri e dei Dirigenti penitenziari dell’Amministrazione Penitenziaria, sino a prova contraria vittime incolpevoli di questa situazione surreale, agli organi della Sanita Pubblica, che sono gli unici, per legge, ad avere effettiva, piena ed esclusiva competenza in materia. Sono questi ultimi, in realta, che dovrebbero assicurare un servizio che, invece, non e sempre garantito, obbligando i Direttori delle carceri, il Personale penitenziario, in primis quello del Corpo di polizia penitenziaria che e impiegato nelle sezioni detentive h24, e la stessa l’Amministrazione Penitenziaria, a gestire soggetti, psichicamente instabili e spesso violenti, che in carcere non ci dovrebbero piu stare, in attesa che si liberi un posto in una REMS, scorrendo interminabili liste di attesa. Si assiste, cioe, al triste fenomeno che, per evidenti carenze dei Servizi socio-sanitari territoriali, devono essere trattenuti in carcere sino a quando non si libera un posto in una REMS, soggetti, che anche per le loro condizioni psico-fisiche, non possono certo essere scarcerati e lasciati liberi di circolare sul territorio, in assenza di disposizioni normative a riguardo, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico.
É quindi del tutto incomprensibile che possa essere imputata agli organi centrali e periferici dell’Amministrazione Penitenziaria, che non hanno alcuna competenza népotere sulle REMS, la responsabilita dell’esecuzione di un provvedimento dell’Autorita Giudiziaria che dipende, invece, solo ed esclusivamente da organismi del Servizio Sanitario Nazionale sui quali incombe e grava, a legislazione vigente, l’onere di individuare una soluzione alternativa al protrarsi forzato della detenzione, laddove la REMS individuata non fosse, in realta, ricettiva. Ad oggi, invece, le Direzioni Sanitarie delle REMS si limitano a comunicare soltanto l’indisponibilita del posto e l’inserimento del soggetto liberante nella lista d’attesa. Nel confidare nell’operato della Magistratura, che ben sapra distinguere e sceverare le effettive competenze e le responsabilita di ciascuno, auspichiamo che i vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria intervengano con urgenza, interessando gli organi sanitari e politici competenti, affinché non abbia piu a ripetersi che siano chiamati a rispondere in sede penale i dirigenti penitenziari per le inadempienze e le carenze di chi non saputo realizzare le strutture sanitarie, che avrebbero dovuto efficacemente e tempestivamente sostituire gli ospedali psichiatrici giudiziari all’atto della loro soppressione.

Il Segretario Nazionale
Rosario Tortorella