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Febbraio-Marzo/2007 - Interviste
Libano
“Qui ci sono solo i ricchissimi e i poverissimi”
di Intervista a cura di Leandro Abeille

Nabil Dajani è uno dei più famosi professori universitari di tutto il Medioriente, intervistato sia dai media occidentali, come la Cnn o il New York Times, è ambito anche da quelli arabi e persiani. Insegna Sociologia e Comunicazioni di massa all’American University of Beirut ed è famoso per le sue posizioni fortemente critiche, nei confronti della politica occidentale nel mondo arabo.
Lo abbiamo incontrato per Polizia e Democrazia, durante lo sciopero generale ordinato dall’opposizione guidata da Hezbollah.

Professor Dajani, l’American University è un mondo a parte rispetto a Beirut, quasi un’isola felice…
E’ vero, qui usiamo dire che gli studenti vivono in una torre d’avorio immensamente distante dai problemi della città e del Libano in generale, sono sicuro che dopo gli anni spesi presso la Aub qualcuno di loro avrà dei problemi a riambientarsi nella caotica vita libanese.
Parlando di vita caotica, oggi Beirut è invece stranamente vuota per via dello sciopero/serrata, la situazione libanese è così seria da ricorrere a questi sistemi?
La situazione economica è grave, dal 1975 in Libano non esiste più una politica economica, si assiste ad una dicotomia preoccupante, con due sole classi sociali, i ricchissimi ed i poveri. La famosa classe media è pressoché sparita.
Per anni non abbiamo avuto investimenti e la guerra ha distrutto tutto e storicamente, sono state molto di più le attenzioni ed i soldi spesi, dai vari governi che si sono succeduti, nella finanza, piuttosto che nell’industria o nell’agricoltura, che pure sarebbero attività fiorenti in Libano per via degli skills posseduti dalla popolazione ed ovviamente, dal clima.
Una grossa responsabilità politica, nella situazione libanese, è però da imputare alla Siria…
E’ stato solo grazie alla Siria che la situazione libanese si è normalizzata. L’intervento internazionale non si è mai concretizzato in qualcosa di utile mentre, con l’Esercito siriano in Libano, la gente ha potuto ritornare per le strade a lavorare, fare shopping o semplicemente per divertirsi.
Beirut era diventata una città fantasma, in preda alle milizie che, praticamente, possedevano interi quartieri della città, dove vigeva la gente del più forte, dove ognuno imponeva la sua legge. Chi aveva l’arma più grossa comandava. Io ero personalmente favorevole all’intervento siriano e sono convinto che all’inizio sia stato positivo. Con l’andare del tempo la presenza è diventata scomoda poiché i liberatori erano divenuti quasi occupanti.
Adesso però siete voi libanesi a gestire tutto…
Sì, ma abbiamo, come dire, il peccato originale il sistema politico basato sulla religione. Il Libano è come una donna incinta, con un “problema” dentro di sé e finché non partorisce, non risolverà i propri problemi. Finché non supereremo il sistema di conferimento delle cariche politiche basato sulla confessione religiosa, così come è stato strutturato all’alba dell’indipendenza, non usciremo mai dall’impasse politica.
Che problemi crea il sistema libanese?
Il problema principale è quello della lealtà dei libanesi. Con il sistema attuale la fedeltà dei libanesi va al gruppo religioso di appartenenza, non al governo o alle Istituzioni.
Se una persona ha un problema, non si rivolge all’organo governativo preposto ma direttamente al rappresentate della sua comunità che, tramite una serie di “amicizie”, sempre legate al gruppo di appartenenza, lo risolve. L’Istituzione lavora sostanzialmente a “compartimenti tribali” e non per il bene di tutti secondo schemi d’uguaglianza.
Come risolvere allora i problemi?
La prima cosa da fare è quella di rispedire al mittente tutte le influenze esterne al Libano, da ovunque esse arrivino.
Questa è un po’ la politica sperata da tutto il mondo mediorientale…
Per risolvere i problemi mediorientali bisogna prima risolvere la situazione palestinese, solo dopo si potrà ritornare alla normalità.
E’ necessario avere 2 Stati in Palestina, uno palestinese ed uno israeliano con i confini del 1948. La guerra degli arabi contro Israele finirà quando i palestinesi torneranno nelle proprie case.
Personalmente credo che da certe parti il problema palestinese sia solo una scusa per accusare Israele ed Occidente di ogni nefandezza e se si arriverà ad una soluzione i gruppi fondamentalistici e terroristici, anche palestinesi, troveranno qualche altra scusa…
Non ci sono gruppi terroristici in Palestina, chi combatte per la propria terra non può essere un terrorista, non lo era la vostra resistenza [la resistenza antifascista italiana n.d.r.], non lo è Hamas.
Questo è un esempio di come gli occidentali sono manipolati (brainwashed) dalla propaganda israeliana ed americana, prima si risolve la questione palestinese, meglio sarà per tutti. Non si può ragionare in termini ipotetici ma si deve dare ampio risalto alle giuste rivendicazioni del popolo palestinese.
Parlando di “lavaggio del cervello” degli occidentali si dà ragione ai gruppi terroristici…
Se l’Occidente vuol vincere il terrorismo deve combattere l’ingiustizia nel mondo.
Non mi pare che i terroristi di bin Laden combattano l’ingiustizia…
Nella percezione comune del mondo arabo, al-Qaeda è nata per combattere i regimi arabi corrotti e combatte a sua volta gli Stati Uniti perché, dopo aver usato e pagato i mujahidin in funzione anti-sovietica, impedisce loro di rovesciare la corruzione dei regimi arabi.
Ma i soldi per il Jihad anti-sovietico e per pagare il fondamentalismo islamico nel mondo non sono sauditi?
Per carità, Abdullah è il portafoglio degli americani.
Credo che i valori di cui l’occidente sia portavoce, libertà, democrazia, uguaglianza, siano valori praticamente universali e siano antitetici ai valori dei gruppi terroristici…
I valori occidentali sono accettati ed amati anche in tutto il mondo arabo, sfortunatamente sono rappresentati da autentici furfanti.
Tornando al Libano… qui si è combattuta l’ultima guerra in ordine cronologico…
E’ stata una guerra d’aggressione israeliana contro il Libano.
Bhè ma è stata scatenata da Hezbollah…
Hezbollah è una legittima resistenza, autenticamente libanese, contro l’occupazione delle Forze Armate israeliane. Ogni giorno il Libano è invaso o sorvolato dall’Esercito israeliano, i libanesi sono stufi di questo status quo e lo rifiutano. Personalmente sono al 100% contrario al programma politico di Hezbollah e nonostante questo, li ho votati, perché sono stati l’unica forza che negli anni si è opposta all’aggressore. Per anni abbiamo subito angherie da Israele che, aiutato da tutto l’Occidente, ha fatto del Libano quasi tutto quello che ha voluto, quel quasi è dipeso proprio da Hezbollah. Gli israeliani devono capire una cosa: l’Occidente non potrà aiutarli per sempre.
Ad ogni modo ora non c’è più da preoccuparsi c’è Unifil…
Unifil non serve a nulla, è solo “cerimonia” se Israele attaccasse loro non potrebbero fare nulla. La missione dovrebbe avere obiettivi e poteri differenti. Se fossi nel Primo Ministro Prodi ritirerei le mie truppe. Voi occidentali dovreste stare più a casa vostra, lasciando agli altri Paesi di risolversi le proprie beghe, evitate di fare i poliziotti del mondo.
Cos’è per lei Israele?
Un nemico…

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