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Aprile/2007 - Laboratorio
L’esercizio democratico
di Tommaso Di Gaudio Segretario generale - Siulp Novara

Ogni Paese che possa essere considerato democratico, rinnova le proprie Istituzioni e Amministrazioni eservitando il diritto di voto. Anche l’Italia è annoverata tra quelli che esercitano questa dinamica democratica. Un Paese che, dopo il secondo conflitto mondiale, si è dotato di una Carta Costituzionale fondata sui valori della lotta di resistenza all’occupazione nazi-fascista e a ciò che ha significato.
Fenomeno questo che, come tutti gli altri “ismi” del ’900 e di oggi, erano e sono l’essenza stessa dell’assoluta negazione di qualsiasi esercizio democratico. Culti totalitari che basavano e basano tutto il loro potere sull’esaltazione del concetto di “nazione” e “dell’uomo forte”. Infatti anche negli ultimi decenni, in Paesi a noi molto vicini, uomini forti, nell’esaltazione del sentimento nazionalistico, hanno commesso le peggiori nefandezze che possano essere concepite dalle menti più deviate. Nonostante tutto ciò, continuiamo a registrare la nascita e conseguente proliferazione di formazioni partitiche e movimenti politici che basano il loro vincolo associativo nell’esaltazione di questi miti scellerati.
Nella presentazione delle liste elettoriali delle ultime elezioni amministrative abbiamo dovuto ulteriormente registrare la comparsa di formazioni politiche con ispirazioni, quantomeno, stridenti con la Carta Costituzionale. Alcuni con riferimenti, nemmeno molto velati, al partito Nazional Socialista dei Lavoratori fondato negli anni ’30 in Germania da Adolf Hitler; altri invece con nomi che non lasciano alcun dubbio sul loro riferimento al partito Nazionale Fascista creato negli anni ’20 in Italia da Benito Mussolini, altri invece che già nella propria denominazione esprimono la loro più totale intolleranza razziale, distribuendo nei mercati rionali dei gadget quantomeno “particolari” (manganelli in plastica rigida di colore nero, lunghi 60 cm circa, con la denominazione della formazione politica che li dona per farsi pubblicità).
Molti potranno pensare che tali iniziative debbano essere considerate goliardiche, che la democrazia in questo Paese è così radicata e così forte che tali iniziative possano e debbano essere sopportate in virtù della democrazia e del suo libero esercizio. Tale concetto può essere compreso, ma non necessariamente condiviso, anche se la Carta Costituzionale permette ad ogni cittadino libera espressione e possibilità di associazione. Nonostante ciò pensiamo che tale diritto democratico dovrebbe poter essere esercitato non disconoscendo i valori stessi che l’anno permesso. Tutto dovrebbe essere fatto nel pieno rispetto della Carta e dei valori comunque fondamentali condivisi da questli stessi italiani che, come popolo di uno stesso Paese, sono usciti da un conflitto mondiale e da una guerra civile fortemente “distanti”. Quindi, la condivisione della Carta Costituzionale e dei valori storicamente riconosciutegli, devono essere alla base di un rispetto reciproco nell’approssimarsi ad esercitare tale diritto.
Sembrerebbe che tali iniziative, intraprese dai soggetti politici in questione, siano state rese possibili da lacune dell’attuale legge elettorale che permette in alcuni casi la non necessità di effettuare la raccolta delle firme per la presentazione delle liste. Questo permetterebbe a chiunque di presentare una lista in un qualsivoglia paesino e, ottenendo almeno un voto, la sicurezza di aggiudicarsi dei Consiglieri di minoranza.
Tali situazioni non dovrebbero essere assolutamente sottovalutate perché, come da articoli di stampa, anche questa Provincia e quelle limitrofe sono state interessate dal fenomeno. Con ciò si permetterebbe al germe intollerante ed antidemocratico di insinuarsi anche in questi territori che per primi hanno visto insorgere le popolazioni contro l’occupazione nazi-fascista.
La storia, molte volte, rischia di ripetersi e questo potrebbe riaccadere in un prossimo futuro se si sottovalutassero certe iniziative, come accadde negli anni ’20 in Italia. Un popolo che ha o non coltiva la propria memoria è costretto a commettere gli stessi errori.

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