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agosto/settembre/2004 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Vacanze
Tante spiagge, poco turismo
di Ugo Rodorigo

In un incontro tenuto a Genova dalla “Conferenza nazionale per il turismo”, si è discusso sul calo di presenze nell’estate appena trascorsa. Durante il periodo più caldo gli alberghi hanno avuto lavoro soltanto nei fine settimana con un calo di almeno un 10%.
E non sono i soli a constatare questo calo: ad essi si uniscono i gestori di agriturismo, i campeggiatori, i balneari. Quest’anno, che viene chiamato “l’estate nera del turismo” chiude la stagione con una perdita di ospiti e consumi del 15%. La diminuzione delle presenze ha causato un calo nei consumi confermando la grande sofferenza del turismo.
Abbiamo chilometri e chilometri di coste che sembrano attirare sbarchi quasi sempre non desiderati e non di italiani che preferiscono sempre più i viaggi verso isole esotiche. Forse non siamo consapevoli di possedere un tesoro che non sappiamo sfruttare e rispettare come dovremmo.
Quando decidiamo di passare una giornata in serenità sulla riva del mare, non prendiamo mai precauzioni per salvaguardare questo bene che ci è stato consegnato. Ci muniamo di tutto ciò che può servirci per mangiare tranquillamente sulla spiaggia. Riempiamo le nostre buste di plastica di panini, acqua, vino, frutta: i resti alla fine del giorno restano sulla sabbia e vi resteranno per giorni, mesi, anni secondo i tempi di biodegradabilità. Molti oggetti saranno spinti in acqua dalla risacca o dal vento o rimarranno sulla sabbia.
E’ alienante pensare che una lattina di alluminio può resistere per circa cinquecento anni, un recipiente di vetro per mille anni. Se uniamo questo scempio alle fonti di inquinamento maggiori, come scarichi industriali, discariche abusive, la situazione è apocalittica. Bisogna contrastare ogni fonte di illegalità che riguarda stabilimenti balneari, campeggi e quant’altro presente nella fascia costiera poiché le maggiori infrazioni distruggono le bellezze naturali e soprattutto le nostre acque.
Conserviamo il nostro mare blu e godiamoci queste onde trasparenti che accarezzano le coste italiane. Proteggiamo queste coste con l’aiuto del ministero della Salute, delle Regioni, dei Comuni controllando tutte le nostre coste con analisi più complete.
Non possiamo aspettare che siano le piogge estive, non sempre probabili, a pulire i nostri mari.
Ci sono isole di mare pulito in Basilicata, Sardegna e Molise che rappresentano tuttavia una bassissima percentuale in rapporto al totale delle coste italiane.
In Calabria, sulla costa tirrenica, in uno scenario naturale ammirevole, si sta tentando un progetto di recupero della splendida spiaggia. Si spera che questo non sia un caso isolato.
Negli anni Ottanta il mare italiano era visitato da moltissimi stranieri che oggi abbiamo perso. Bisogna reagire.
Speriamo che la Conferenza nazionale degli operatori turistici, in sintonia con il governo che istituirà un’Agenzia nazionale per il turismo, riesca a rilanciare questo settore.
Si dovrà partire con lo studio delle cause di questo periodo negativo. Quelle stesse cause che sono state trascurate negli ultimi venti anni in Italia; è ora di uscire dall’immobilità mettendo in cantiere nuovi progetti per risvegliare l’interesse degli europei per l’Italia del turismo.
Le Regioni hanno avuto la delega per la promozione turistica, ma questo settore deve rientrare nei compiti del governo. Istituendo l’Agenzia nazionale per il turismo saremo rappresentati in diversi paesi con un programma che risvegli all’estero la voglia di venire in Italia come ai vecchi tempi.
Nel nostro Pese abbiamo il più grande patrimonio artistico d’Europa. E le coste tirreniche ed adriatiche, che fanno impazzire il resto dei popoli europei. Dobbiamo, con onestà, cercare le cose in cui abbiamo sbagliato, superarle e correggerle. Lo Stato dovrà fare la sua parte come le Regioni e gli operatori turistici che dovranno concorrere per sfruttare quanto la natura, l’arte, la cultura ci hanno consegnato.
Quello che sogniamo non è una chimera: se tutti faremo la nostra parte ci accorgeremo che la nostra terra sarà ancora più bella e con le sue risorse ci farà superare questo periodo di stasi, di apatia che non giova a nessuno.
Avremo più lavoro per tutti, avremo entrate considerevoli, come è avvenuto in Francia e soprattutto in Spagna, dove sono aumentati, in maniera considerevole, turisti ed occupazione.

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