home | noi | pubblicita | abbonamenti | rubriche | mailing list | archivio | link utili | lavora con noi | contatti

Giovedí, 22/10/2020 - 15:03

 
Menu
home
noi
video
pubblicita
abbonamenti
rubriche
mailing list
archivio
link utili
lavora con noi
contatti
Accesso Utente
Login Password
LOGIN>>

REGISTRATI!

Visualizza tutti i commenti   Scrivi il tuo commento   Invia articolo ad un amico   Stampa questo articolo
<<precedente indice successivo>>
Fabbraio-Marzo/2009 - SOLO ON LINE SU POLIZIA E DEMOCRAZIA
Galeotto fu il computer
di Eleonora Fedeli

Chat e social network fanno esplodere
un sentimento ancestrale legato
all’istinto di autoconservazione. La gelosia


Un tempo i segni del tradimento erano chiari: improvvise cene di lavoro, bigliettini nella tasca della giacca, tracce di rossetto sul colletto della camicia. Nei casi più estremi ci si poteva improvvisare investigatori e ricorrere al pedinamento, aspettando di cogliere in flagrante l’ignaro coniuge. Oggi, invece, le cose si sono fatte più complicate, perché nell’era di Internet la scappatella diventa qualcosa di inafferrabile. Se prima ci chiedevamo con apprensione dove e con chi fosse il nostro partner, oggi lo vediamo comodamente seduto sulla poltrona o sulla sedia davanti alla scrivania, apparentemente sotto il nostro controllo. E ci poniamo nuove domande: se invece di lavorare al computer stesse flirtando in chat? Pedinamenti e interrogatori non servono più a niente in un mondo in cui puoi arrivare ovunque e incontrare chiunque dal salotto di casa tua.
E’ lecito provare un improvviso senso di smarrimento. Perché internet e la gelosia sono nemici naturali. Una è un sentimento ancestrale che la biologia ha inventato per favorire la procreazione e l’accudimento della prole; l’altro un non-luogo sterminato in cui le informazioni viaggiano e si moltiplicano all’infinito, sfuggendo a qualsiasi controllo. La Rete ha creato delle profonde mutazioni nella coppia e persino tra gli amanti. Sono cambiate le tentazioni, le opportunità di tradire, il senso di colpa, che viene parecchio alleggerito dall’idea che la scappatella sia avvenuta in una realtà virtuale e non in una squallida camera d’albergo. Ecco perché, tra gli utenti di Internet che hanno una relazione, sette su dieci non si fanno tanti scrupoli a tradire il loro partner online.
Non è detto, però, che l’avventura telematica non possa avere conseguenze reali. Nel 2005 in Belgio un tradimento sul web fu riconosciuto dai giudici come causa legittima per il divorzio. Celebre il caso degli inglesi Amy Taylor e David Pollard: lei ha lasciato lui dopo aver scoperto che il suo avatar, sul sito di Second Life, aveva baciato un’altra. Colpa del computer, perché vanifica tutti i nostri sforzi di prevenire e di combattere il tradimento, neutralizzando tutte le tecniche affinate in secoli e secoli di gelosia: mettere in cattiva luce i potenziali rivali, monopolizzare il tempo del proprio partner, esibire segnali di possesso (come la fede). Per i gelosi cronici l’avvento di chat e social network è stato proprio un duro colpo.
Le relazioni virtuali sono facili da iniziare e da mantenere grazie a tre fattori individuati dallo psicologo della California University Al Cooper: accessibilità alle persone, sostenibilità dei costi e anonimato. Per chi ha la tendenza a fare il “farfallone” internet è una vera e propria miniera d’oro. In effetti, lo è soprattutto per chi non oserebbe mai approcciare una ragazza al bar o chiederle il nome in discoteca, perché la rete permette di instaurare un alto grado di intimità in tempi brevissimi, senza l’imbarazzo che spesso comporta la presenza fisica. Pur essendo virtuali, le avventure sul web prosciugano le energie sentimentali di chi le vive e il partner non solo si sente trascurato, ma deve convivere con il fantasma del rivale telematico, qualcuno che può presentarsi come l’oggetto ideale dei desideri, che può mentire sul peso e sull’altezza, sul grado d’istruzione e sulla professione. E che ha il vantaggio del mistero e la fortuna di non mostrarsi in tutta la sua naturale “bellezza” al momento del risveglio.
Attenzione, però, a non demonizzare Internet. «Quello che la Rete dà agli utenti», ha detto il sociologo Franco Avenia, «è un’opportunità in più di conoscenza e di incontro. I tradimenti virtuali nascono comunque da insofferenze e da problemi tra la coppia reale. Quindi, chi cede alla tentazione online, già dentro ha la predisposizione a farlo». Anche il tipo di gelosia che si prova dipende dalla qualità del rapporto. Secondo Pieternel Dijkstra, dell’Università di Groningen, «relazioni soddisfacenti portano alla sana gelosia reattiva, che sorge solo quando c’è un motivo reale e può aiutare a salvare il rapporto. Relazioni in crisi, invece, generano la gelosia più deleteria, quella ansiosa e immotivata».
La gelosia telematica colpirebbe soprattutto le donne. Secondo la psicologia dell’evoluzione, queste sarebbero più portare alla gelosia a causa della paura atavica di essere abbandonate e lasciate senza aiuto nell’accudimento dei figli. Per l’uomo, invece, la gelosia sarebbe legata alla paura di un tradimento sessuale, al rischio di allevare i figli di un altro e di non trasmettere i propri geni. Del resto mater semper certa est, pater numquam.



<<precedente indice successivo>>
 
<< indietro

Ricerca articoli
search..>>
VAI>>
 
COLLABORATORI
 
 
SIULP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
SILP
 
 
Cittadino Lex
 
Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!
 
 
 
 
 

 

 

 

Sito ottimizzato per browser Internet Explorer 4.0 o superiore

chi siamo | contatti | copyright | credits | privacy policy

PoliziaeDemocrazia.it é una pubblicazione di DDE Editrice P.IVA 01989701006 - dati societari