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Febbraio-Marzo/2007 - Interviste
Marroni: “L’indulto? Utile e giusto”
di Intervista a cura di Ettore Gerardi

Il Garante per i diritti
dei detenuti
della Regione Lazio,
respinge il concetto
di “ondata di ritorno”
o “provvedimento
inutile”


Il provvedimento di indulto, ha suscitato molte polemiche. Si può parlare di “provvedimento inutile” dal momento che avrebbe riportato in galera molti di coloro che ne hanno beneficiato?
Rispondo alla domanda con i dati del Dap aggiornati al 17 gennaio 2007. Dal primo agosto 2006, sono stati scarcerati 25.436 detenuti. La legge 241/2006, ha determinato per la prima volta dopo molti anni un allentamento della pressione patologica che aveva portato a superare le 61.000 presenze, dinnanzi ad una capienza effettiva di circa 42.000 posti. Attualmente sono presenti 39.113 detenuti. Siamo tornati ad una situazione che ci riporta agli anni ’90. In altri termini adesso ad ogni detenuto corrisponde un posto fisico, pertanto l’indulto è stato utile oltre che giusto.
Posso anche anticipare una delle domande classiche. “Quanti detenuti che hanno beneficiato dell’indulto sono rientrati per nuovi reati commessi?” Bene, il dato si attesta intorno al 10%. Il dato che è nazionale viene aggiornato quotidianamente dal Dap, sulle notizie trasmesse dai Prap (la fonte sono le matricole di ogni Istituto penitenziario). Per cui i dati dei rientri sono su scala nazionale, al 17 gennaio 2007, 2.673. Nel Lazio il trend è parallelo a quello nazionale. Sempre al 17 gennaio 2007 nella nostra Regione, dove sono presenti 3.962 persone, ci sono stati 268 rientri di persone che avevano beneficiato dell’indulto.
Questi dati sui rientri devono anche essere letti accanto ad alcune criticità che i detenuti, anzi gli ex detenuti, hanno incontrato al momento dell’uscita dagli Istituti, nei rapporti con gli Enti locali o la mancanza di continuità terapeutica per le persone malate, la difficoltà nella ricerca di soluzioni alloggiative, ecc.
Da queste semplici considerazioni non si può assolutamente parlare di “ondata di ritorno” o di “provvedimento inutile” anche perché, come ricorda sempre il Dap, il tasso di recidiva, di persone che escono con il fine pena e che rientrano successivamente per nuovi reati è del 70% - 75%.
Per finire, due altre valutazioni a partire da questi dati e dalla situazione che stiamo vivendo dall’agosto 2006:
1) credo che la legge 241/2006, il cosiddetto indulto, ha creato le condizioni perchè all’interno del carcere e della pena da scontare si possa parlare di trattamento, e cito una delle frasi del nuovo Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, il cons. Ettore Ferrara, pronunciate a Benevento in occasione della festa del Corpo della Polizia Penitenziaria: “Penso che il nostro riferimento costante, debba essere la Carta Costituzionale. Nella nostra Costituzione è scritto a chiare lettere quale è la funzione della pena: funzione di rieducazione del condannato. Nelle condizioni in cui si era costretti a vivere nelle nostre carceri non solo non era possibile realizzare la rieducazione del condannato ma, probabilmente, venivano sacrificati i diritti fondamentali dei detenuti. Viviamo quindi una situazione particolare, straordinaria, dobbiamo impostare un programma nuovo anche per la tutela dei detenuti”.
2) Mettere al centro del pianeta carcere e della pena da scontare la Territorialità della pena e il lavoro. Riassegnare quei detenuti lontani dalle loro Regioni, dalle loro famiglie per permettere quei rapporti famigliari o con il territorio, fondamentali al momento dell’uscita. Mettere il lavoro e la formazione al centro del trattamento intramurale.
Quanti sono gli extracomunitari presenti nelle carceri del Lazio?
Nella Regione Lazio sono presenti, al 17 gennaio 2007, 1.663 persone straniere pari al 41,9% del totale di 3.962 persone. In particolare voglio però sottolineare che in questi giorni le matricole stanno lavorando sulle nazionalità, perché dal 1° gennaio 2007, nell’Unione Europea sono entrate la Romania e la Bulgaria. Questo rideterminerà un nuovo conteggio tra detenuti comunitari ed extracomunitari. Per esempio a Regina Coeli al 17 gennaio 2007, su 582 detenuti stranieri (corrispondente al 63% delle presenze), più di 400 sono romeni.
Per rispondere quindi più precisamente alla vostra domanda abbiamo chiesto al Prap del Lazio, di scorporare dal dato extracomunitari ristretti nella Regione i cittadini romeni presenti, perché definitivi o in attesa di giudizio, la risposta è stata di avere al 17 gennaio 2007, presenti 1.663 detenuti stranieri, di cui 751 comunitari e 912 extracomunitari.
Statisticamente quale è l’andamento degli ingressi degli stranieri negli Istituti della nostra Regione? Si manifesta una flessione o un incremento?
È una domanda a cui è difficile dare una risposta per via dell’elaborazione dei dati non sempre semplice, ma anche per altri fattori: quello geografico: una Regione cerniera tra il sud e il nord del Paese e dell’Europa;
Inoltre perchè parliamo di una Regione e di una città come Roma, che sono Regione e città di passaggio per molti stranieri che vi transitano (o per andare al nord o in altri Paesi d’Europa o che vi cercano un posto dove fermarsi). La presenza di Istituti come Regina Coeli con il 63% di detenuti stranieri, o di Civitavecchia Nuovo Complesso con il 56,7% di detenuti stranieri presenti, incidono sulla percentuale.
Anche per questo la media della Regione è più alta (41,9%) della media nazionale che al 31 dicembre 2006, era del 33,72%.

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