Dallo Scip al progetto I CAN; dietro la lotta alle mafie una fitta rete di esperti per la sicurezza su scala mondiale

In un normale lunedì mattina, meno di venti giorni dopo la conferenza al Viminale di cui abbiamo parlato nello scorso numero, i ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) hanno interrotto la lunga latitanza di Matteo Messina Denaro, ritenuto il capo di Cosa nostra. Trent’anni di latitanza dove il mafioso italiano ha avuto diversi appoggi e alias. Il comandante del ROS, Pasquale Angelosanto, lo ha fermato nella clinica privata La Maddalena, a Palermo, dove si trovava per sottoporsi a «terapie mediche».
L’inchiesta, coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, ha individuato i vari nascondigli del boss e le sue identità false, come quella di Andrea Bonafede, utilizzata per avere un appuntamento per un ciclo di chemioterapia.
Il Boss si nascondeva in tre appartamenti, tutti a meno di un chilometro da Castelvetrano, il suo paese natio. Quando è stato arrestato, Messina Denaro «si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l’identità», ha detto il procuratore aggiunto Paolo Guido.

I risultati

La cattura di Messina Denaro sembra la giusta ricompensa di un lavoro che coinvolge tutte le Forze di polizia coinvolte nello Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di polizia). Questi risultati sono il frutto del lavoro di una fitta rete di esperti per la sicurezza che lavorano in 84 paesi.

«Da gennaio a fine novembre 2022 – riporta il Viminale – sono stati catturati 1.369 latitanti in 64 Paesi, 26 in più del 2021. Di questi, 654 erano latitanti attivi, vale a dire ricercati dalle autorità giudiziarie italiane in 40 Paesi: in ambito europeo, il 22% dei soggetti è stato arrestato in Romania, il 18 % in Spagna, il 14% in Germania, il 12% in Francia e a seguire negli altri Paesi, mentre a livello extraeuropeo spicca l’Albania per numero di arresti (36 persone complessivamente).
I latitanti passivi, ricercati dalle autorità giudiziarie estere e catturati dalle Forze di polizia italiane, sono stati 715, ricercati da 64 Paesi: a livello europeo per lo più da Romania (30%), Germania (20%) e Francia (8%)».

Lorenzo Baldarelli