Anno nuovo e problemi vecchi nel programma Italia. La fiducia al Governo in carica era imprescindibile perché sembra non esserci alternativa, seppure la nostra instabilità politica ha lasciato incredula l’opinione pubblica di tutto il mondo. Rimandiamo allora la questione politica e prendiamoci tempo: siamo stati rimandati agli esami di “riparazione” per essere promossi in Europa, e soltanto una figura come Mario Draghi potrà dare certezze gestendo questa fase come Lui ha dato prova più volte di saper fare.

Dobbiamo tenere, resistere, bisogna saper gestire con la massima attenzione le poche risorse che abbiamo per fronteggiare una crisi economica e un’emergenza sanitaria che ancora destano allarme, consapevoli che gli oltre 200 miliardi che giungerebbero dalle casse europee non bastano di certo alla ripresa ma, quantomeno, alla gestione ordinaria e al mantenimento dello status quo.

Che l’Italia sappia reagire lo sappiamo, lo abbiamo visto nella scorsa estate quando a un primo allentamento della pandemia ci siamo rimessi tutti a lavoro; confidiamo nella primavera, la stessa stagione che ci ha messo in ginocchio lo scorso anno. Nel frattempo la parola d’ordine è resistere: devono resistere le imprese, le prime ad essere messe in ginocchio dalla congiuntura economica, e i cittadini tutti, tra i quali diviene fondamentale fare appello alla solidarietà sociale, alla collaborazione con le Istituzioni.

Dopo quasi un anno, nonostante il sottofondo fastidioso dei negazionisti, no mask, no vax ecc…, abbiamo il vaccino. Ci vorrà forse un altro anno affinché il grosso della popolazione lo possa fare, nel frattempo l’appello alla calma resta l’imperativo da seguire.

Dal Governo ci si aspettano misure per far ripartire almeno i settori della ristorazione, seppur a singhiozzi, a turnazione o qualsivoglia misura che rispetti i criteri di sicurezza. Bar e ristoranti rappresentano il principale settore di sussistenza della Nazione e, anche simbolicamente, le loro serrande abbassate diventano sinonimo di resa per un Paese che vuole reagire, vuole tornare a vivere anche in minima parte nella normalità.

Ottimismo? Con qualche sforzo possiamo anche averlo. Rispetto a molti paesi abbiamo reagito discretamente (se non ci si mette la politica, ovvio) quindi siamo sulla strada giusta: una strada difficile, con pantani e fossi da aggirare o saltare, ma pur sempre giusta. Arriverà la fine di quest’inferno e, forse, rimarrà qualcosa di positivo di tutta questa brutta storia.

Per ora, buon 2021 a tutti.

il Direttore, Ugo Rodorigo
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