Democrazia? Si, di fatto siamo ancora una democrazia. La storia ci insegna che la cosa più difficile nel governare una nazione in maniera democratica è proprio quello di difenderla, la democrazia. Perché questa, per sua natura, presta il fianco ad ogni contraddizione, ogni dubbio, ogni debolezza che rispecchia la stessa natura del genere umano. La democrazia è un impegno, è la strada più lunga, più complicata, rispetto alle soluzioni (illusioni) facili.

Il nuovo Governo ha cominciato ad arrancare rispetto a tale impegno. Anzi, non sembra dare tanti segnali rassicuranti. Va bene che rappresenta il primo governo eletto dopo tanti anni, va bene che una parte della popolazione italiana necessitava una “figura forte al comando”, ma ora iniziano le prove più dure.

Governare significa fare i “conti” con tutto e tutti e la vicenda riguardante il PNRR ne è l’esempio più lampante. Già che si parla di “braccio di ferro” tra Governo e Corte dei Conti, mentre il Paese si sta avvitando su sé stesso e necessita dei fondi europei per costruirsi un futuro, proprio non ci siamo. E le scelte fatte oggi, se azzardate, le pagheremo domani, senza sconti per nessuno.

Ma il boccone più amaro, che la nostra democrazia sta faticosamente mandando giù, riguarda il mondo dell’informazione. La vicenda RAI, le estromissioni “indirette” di Lucia Annunziata, di Fabio Fazio, la totale messa al bando di Michele Santoro, che piacciano o meno all’opinione pubblica, rappresentano un duro colpo per il diritto all’informazione.

Eliminare il contraddittorio per imporre una narrazione di comodo. Una storia già vista. Una volta escluse le voci “discordanti”, “dissidenti”, o come le si vuol chiamare, “d’opposizione”, è facile demolire le forze avverse al Governo, è facile zittire ogni forma di protesta. Anzi, quelle voci vengono demonizzate, tuttalpiù ridicolizzate. Per noi addetti all’informazione resta quindi il compito di mantenere “alta la guardia” per custodire e difendere ogni principio democratico; in fin dei conti, significa salvaguardare noi stessi.

Lasciamo stare il Governo ma rimaniamo sulla nostra democrazia: i fatti di Verona (così come quelli di Milano) sono l’ennesimo episodio grave su cui dobbiamo riflettere. Siamo stufi di sentire periodicamente parlare di abusi da parte di alcuni esponenti delle Forze dell’ordine. Va bene che sarà fatta chiarezza e che i colpevoli saranno puniti, ma siamo ancora molto lontani da una seria analisi che riguardi la “salute” delle nostre Polizie. Noi il campanello d’allarme lo continueremo a suonare, dando voce a chi il fenomeno lo studia. Ma qualcosa deve muoversi anche “dall’interno”, altrimenti le cose non cambieranno mai.

Anche se in ritardo, chiudo augurando i migliori auguri al nuovo Capo della Polizia Vittorio Pisani.

È meglio la peggiore delle democrazie della migliore di tutte le dittature (Sandro Pertini)

Il direttore
Ugo Rodorigo