Il conflitto russo-ucraino, il rilancio del Patto Atlantico, il rafforzamento del fronte orientale da parte della Nato: un’Europa sempre meno unita e in cerca di nuovi equilibri

La vittoria del centro-destra e la netta affermazione del partito di Fratelli d’Italia alle elezioni politiche italiane tenutesi lo scorso settembre avevano aperto una serie d’interrogativi su quella che avrebbe potuto essere la futura collocazione del nostro Paese nello scacchiere europeo e mondiale, a partire dalla questione di politica internazionale che più ha definito gli schieramenti geopolitici odierni, ossia la guerra in Ucraina.
La futura Primo Ministro Giorgia Meloni in tal senso aveva già avviato da tempo una interlocuzione con le più alte sfere europee e, soprattutto, con la Casa Bianca al fine di rassicurare tutti i partner sulla decisa collocazione dell’Italia nel patto atlantico e quindi saldamente a fianco di Kiev.
Le preoccupazioni a dire il vero potevano non essere del tutto campate in aria, se si pensa che Fratelli d’Italia è storicamente molto vicino al partito di Viktor Orban, il Primo Ministro dell’Ungheria tradizionalmente “molto sensibile” alle sirene moscovite, così come gli alleati della Lega di Salvini avevano addirittura sottoscritto nel 2016 un patto di collaborazione col partito di Putin “Russia Unita” mentre Forza Italia è semplicemente la creatura di Silvio Berlusconi, amico di vecchia data dell’attuale Presidente della Federazione Russa.
Alla prova dei fatti, questi primi mesi di governo hanno confermato la collocazione saldamente atlantista dell’Italia così come ci hanno permesso di assistere ad una curiosa luna di miele tra il governo italiano, di stampo sovranista, e Bruxelles. Una luna di miele, questa, chiaramente “interessata” dal momento che l’Italia ha bisogno dei fondi Ue per affrontare la crisi dei prezzi del gas e attuare il piano nazionale di ripresa e resilienza.

 Adriano Manna