Per la grande maggioranza dei media i movimenti di estrema destra sono ancora marginali e in aperto contrasto con il nuovo governo guidato da Fd’I. Ma è veramente così? Riprendiamo un episodio singolare, stranamente passato sotto traccia, avvenuto a Milano in occasione della commemorazione del militante fascista Sergio Ramelli

    “Lady Aspen”, “voltagabbana”, “pro-euro”, “traditrice dell’Italia”. Questi alcuni tra gli appellativi che sono stati riservati all’attuale premier Giorgia Meloni da parte di tutta la galassia dell’estrema destra italiana. Erano i mesi che precedevano la campagna elettorale della leader di Fratelli d’Italia ma, soprattutto, quelli che hanno segnato la svolta “europeista” e “atlantista” della futura premier; scelte obbligate, ovvio, per succedere “senza intoppi” all’uscente governo Draghi.
    Ancor prima, i suddetti movimenti avevano cavalcato la protesta No Vax e No Green Pass, raccogliendo una partecipazione popolare al di sopra di ogni aspettativa, ben “mimetizzati” dietro slogan populistici e simboli nuovi di zecca che ne distorcevano la loro origine ideologica. La maschera è poi definitivamente calata con l’incursione alla sede della CGIL, a fronte della quale anche i più “distratti” non hanno potuto far altro che denunciare l’ennesimo gesto di chiara matrice neofascista.

    Matteo Picconi