Dal 2001 ad oggi non vi è stato un miglioramento in seno alle polizie: abusi di potere, reati in divisa, la mancata applicazione di sanzioni, si sono reiterate negli anni senza mezzi termini. A rimetterci è la nostra stessa democrazia
Tanto è stato scritto nel ventennale dei fatti connessi alla protesta contro il G8 di Genova nel 2001. E Polizia e Democrazia ha pubblicato un bel numero che ricorda quelli che dirigeva il compianto Franco Fedeli, uno dei padri della battaglia per la democratizzazione delle polizie. Tuttavia appare evidente che manca ancora la puntuale analisi critica su quei fatti e su quanto è successo in questi ultimi 20 anni.
1) I vertici delle polizie e le autorità politiche non hanno mai voluto attuare un’attenta analisi delle cause che hanno indotto alle scelte scellerate della gestione dell’ordine pubblico per il G8 di Genova. Non ci sono stati provvedimenti adeguati contro chi è stato responsabile delle brutalità e delle torture, ma al contrario c’è stata persino la loro promozione di carriera. Non c’è stata nessuna sanzione nei confronti di chi ha scientemente sabotato le indagini giudiziarie o persino creato depistaggi e minacciato gli investigatori. Nessun responsabile è stato sospeso né tantomeno espulso dai ranghi delle polizie (PS, CC, GdF, Esercito, Servizi segreti).
2) Così, di fatto, tutto è stato giustificato, malgrado l’apparenza di mezze-scuse e critiche da parte prima di Manganelli e poi di Gabrielli. Non c’è quindi stato nessun provvedimento per predisporre un dispositivo efficace ed efficiente per prevenire comportamenti illeciti e reati da parte di operatori delle forze delle polizie (comprese quelle locali).
3) Dal 2001 al 2021 i reati commessi da operatori delle forze delle polizie (comprese quelle locali) sono proliferati in maniera esponenziale e senza paragone con quanto registrato nei venti anni precedenti, dal 1981 al 2001. Come segnalato (vedi “Polizie, sicurezza e insicurezze”, Meltemi, 2021) si tratta di molteplici reati spesso sovrapposti che vanno dalla corruzione a vere e proprie attività del tutto simili a quelle della criminalità e non a caso in combutta con i criminali stessi.
Salvatore Palidda