Il caso del sequestro del generale statunitense, rapito dalle BR nel lontano 1981, è tornato recentemente alla ribalta, rievocando la triste pagina delle torture inflitte ai terroristi prima e dopo la liberazione dell’ostaggio. Intervista a Davide Serafino, autore del libro “Il rapimento del generale Dozier”

Quale metodologia ha usato per raccontare questa vicenda?

La vicenda Dozier e il tema delle violenze e delle torture da parte delle forze dell’ordine, a cui è strettamente legata, per anni è stata dimenticata. Il tema era stato trattato nel 1998 dal volume “Le torture affiorate”, quarto volume del “Progetto Memoria”, uscito per la casa editrice Sensibili alle foglie, fondata dall’ex militante delle BR Renato Curcio. Il volume raccoglie una serie di denunce, testimonianze, documenti e fotografie delle violenze subìte da alcuni militanti dei gruppi armati, tra cui quelli del sequestro Dozier. Il volume non si presentava come una ricostruzione complessiva di quest’ultima vicenda e dei vari intrecci avvenuti, quanto semmai come un volume di documentazione e di testimonianza.

Nel raccontare questa vicenda ho cercato di far dialogare le fonti di allora con quelle emerse più recentemente, le testimonianze con i documenti e soprattutto ho cercato di inserire questa vicenda all’interno della più ampia parabola del fenomeno armato e di evidenziare quale ruolo, e quali costi, ebbe nella sconfitta di tale fenomeno.

 Orlando Botti