A cura di Michele Turazza.

Veronica Casalnuovo e Salvatore Colella – Il Codice Rosso
La Tribuna, 2021, pp. 130, € 20,00.

La legge 19 luglio 2019, n.69 – nota come “Codice rosso” – individua una serie di reati mediante i quali si esercita violenza domestica e di genere, apportando modifiche sia al codice penale che al codice di rito e prevedendo una sorta di “precedenza” nelle indagini relative a tale tipologia di reati.
La seconda edizione de “Il Codice Rosso”, di Veronica Casalnuovo (avvocata) e Salvatore Colella (magistrato), pubblicata nella collana Dossier di La Tribuna, contiene un puntuale ed approfondito commento alla legge, analizzata anche con riferimento alle interpretazioni giurisprudenziali più recenti e alle fonti internazionali, presentandosi pertanto come indispensabile strumento operativo rivolto a tutti gli operatori di polizia e del settore giustizia.
“Alle donne serve che venga riconosciuta loro piena parità. C’è un solo modo per farlo: mettendole in condizione di far valere la loro forza e la capacità di costruire percorsi di autonomia e libertà attraverso il lavoro e il pieno impegno nella società” (dalla Prefazione di Valeria Valente, Avvocata e senatrice, a capo della Commissione del Parlamento su femminicidi e violenze di genere).

Valentina Furlanetto – Noi schiavisti. Come siamo diventati complici dello sfruttamento di massa
Editori Laterza, 2021, pp. 200, € 16,00.

“Volevo fare un libro sui migranti e sul lavoro, ma che non accarezzasse le nostre radicate convinzioni, che non le tenesse al caldo, che non le vezzeggiasse, che non proponesse queste persone come povere anime da accogliere o barbari alle porte da respingere, a seconda del pubblico a cui il volume è indirizzato, progressista o conservatore. Che non raccontasse neppure noi in maniera manichea: persone per bene da una parte e sfruttatori dall’altra” (dall’Introduzione dell’Autrice).
Mette davanti alla dura realtà l’inchiesta “Noi schiavisti”; ci inchioda alle nostre responsabilità, a quello che ognuno di noi potrebbe fare ma, per indifferenza, inconsapevolezza, ignoranza, colposamente o volontariamente, non fa. È un vero sistema para-schiavistico quello efficacemente descritto da Valentina Furlanetto, giornalista che da anni si occupa di temi sociali. Un sistema in cui i ruoli di vittime e carnefici, che un’informazione approssimativa presenta con confini ben definiti, sono in realtà sfumati. Attraverso le testimonianze dei nuovi schiavi (che a loro volta, spesso, diventano sfruttatori) il volume contribuisce a far luce su una realtà complessa, denunciando le contraddizioni di un sistema che spinge alla passiva accettazione delle nuove, e talvolta assai sottili e opache, forme contemporanee di schiavismo.

Alberto Peruffo – Non torneranno i prati. Storie e cronache esplosive di Pfas e Spannoveneti
Cierre Edizioni, 2021, pp. 319, € 14,00.

Alberto Peruffo è protagonista poliedrico del Veneto che resiste, che non abbassa la testa. Vicentino, attivista, organizzatore culturale, alpinista, artista, non ha mai fatto mancare, fin da ragazzo, il suo impegno in prima linea sui grandi conflitti territoriali, sui problemi sociali e ambientali del “mitico” nord-est. Nel libro, edito nei “Percorsi della memoria” di Cierre – piccola ma attivissima casa editrice veronese e giunto alla sua seconda edizione – sono raccolti i suoi scritti militanti coi quali ha contribuito a stimolare e convogliare l’impegno di moltissime persone contro una classe dirigente che, ormai da qualche decennio, governa “a spanne”.
Negli ultimi anni, la regione “locomotiva d’Italia” si è trovata ad essere triste protagonista di uno dei casi più gravi di inquinamento da Pfas delle falde acquifere d’Europa. Una terra devastata da un disastro ambientale di immani proporzioni, ma sottovalutato. Il libro di Peruffo vuole essere un campanello d’allarme: “un lungo segno giallo per marchiare le mappe mentali silenti e assopite della maggior parte degli inquilini dell’ex Arcadia diffusa, per tentare di risvegliare coscienze impigrite e inebetite dall’oppio di un illusorio benessere e far così comprendere che la contaminazione delle falde è solo uno dei guasti che sta alterando la fisiologia dei luoghi” (dalla Prefazione di Francesco Vallerani).

Kübra Gümüsay – Lingua e essere
Fandango Libri, 2021, pp. 228, € 18,50.

Che cosa comportano l’etichettamento e la catalogazione delle persone in gruppi? Senza dubbio viene ridotta la complessità delle individualità in un tutto indistinto: una persona è “così”, ha determinate caratteristiche, è “narrata” in un certo modo solo per il fatto di appartenere a un gruppo. E scompare come persona, diventa invisibile, irrilevante. Tesi centrale del volume, che unisce rigore scientifico a taglio divulgativo, è come il linguaggio modelli il nostro modo di pensare. Per questo è necessario giungere a una lucida consapevolezza dei meccanismi di funzionamento del linguaggio, del potere della lingua e delle sue valenze politiche: solo così le persone potranno parlare davvero come persone.
“In un saggio lucido e schiettissimo Gümüsay rimette la lingua al centro del nostro agire politico e denuncia come l’incitazione all’odio, la violenza verbale abbiano conseguenze che nessuno può permettersi di non prendere in considerazione” (dal risvolto di copertina).
Kübra Gümüsay (Amburgo, 1988), nipote di lavoratori turchi emigrati in Germania, ha studiato presso la School of Oriental and African Studies di Londra. Giornalista, è impegnata contro le discriminazioni, il linguaggio d’odio e la violenza di genere.