Dall’introduzione del taser ai contestati gas CS; un excursus sui nuovi armamenti a breve in dotazione agli operatori di pubblica sicurezza

    Un ghanese di 44 anni saltella avanti e indietro brandendo un coltello. Gli uomini della Polfer lo circondano, intimandogli di buttare l’arma. Inutilmente. Un agente, allora, spara con la Beretta d’ordinanza e lo ferisce all’inguine. È il 21 giugno 2021, il luogo è la stazione Termini di Roma. Nove giorni dopo, in piazza Statuto a Torino, un senzatetto di origini nordafricane disarma un poliziotto durante una colluttazione, puntandogli addosso la pistola, ma viene disarmato dal collega che reagisce d’istinto.

    I due episodi hanno scatenato le polemiche non solo sull’uso delle armi da parte degli operatori di Polizia, ma pure sull’armamento stesso, con Girolamo Lacquaniti, comandante della Stradale di Verona e portavoce dell’Associazione nazionale dei funzionari della Polizia di Stato, che ribadiva l’urgenza di dotare le Forze dell’Ordine del taser.

    Circa un mese dopo la Axon Enterprise Italia, l’azienda multinazionale che si occupa di sicurezza, comunicava di aver vinto il bando per la fornitura di 4.482 pistole ad impulsi elettrici che entro la fine del 2021 andranno ad ammodernare l’armamento della Polizia di Stato, dei carabinieri e della Guardia di finanza; un armamento impiegabile all’interno di un preciso quadro legislativo.

    La normativa italiana

    L’art. 53 del codice penale, modificato dall’art. 14 della legge 152 del 22 maggio 1975, prevede la non punibilità del pubblico ufficiale il quale, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’autorità o, comunque, di impedire la consumazione dei delitti di strage, naufragio, sommersione, disastro aviatorio o ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona.

    Presupposto di questa scriminante è che i rappresentanti dei pubblici poteri sono dotati, secondo il nostro (ma non solo il nostro) ordinamento, di armi e mezzi di coazione fisica, a differenza di quanto si verifica nel Regno Unito dove, però, è progressivamente aumentato, a partire dal 1985, il numero degli AFO (Authorised Firearms Officiers), tanto che alla fine del 2019 risultavano essere armati 6.138 dei 214.579 appartenenti alle 43 polizie delle contee di Inghilterra e Galles.

    Gli AFO rappresentano il segno di come i tempi siano cambiati (nel solo 2019 sono state 19.237 le operazioni di polizia nelle quali sono state utilizzate le armi da fuoco), se solo si pensa che nell’immediato dopoguerra, essendo divenuti frequenti gli assalti banditeschi ai treni, la proposta del laburista James Chuter Ede, ministro dell’Interno dal 1945 al 1951, fece insorgere, unanime, la Camera dei Comuni.

    Antonio Mazzei