La sete di supremazia della Federazione Russa di Putin, la collaborazione sempre più stretta (ma cauta) della Cina con Mosca, le nuove sfide nell’Indo-Pacifico e ai Poli. Gli allarmi dell’intelligence italiana alla vigilia dell’invasione russa in Ucraina

    All’alba del 24 febbraio scorso, la Federazione Russa del presidente Vladimir Putin (ex ufficiale del Kgb ed ex direttore dell’Fsb) ha invaso uno Stato indipendente e sovrano come l’Ucraina – con ambizioni di entrare nella Nato e nell’Ue – aggredendolo e occupandolo militarmente, ferendone l’integrità territoriale, in aperta violazione del diritto internazionale, dopo aver riconosciuto unilateralmente le due autoproclamate Repubbliche separatiste (filo-russe) di Lugansk e di Donetsk nella regione ucraina orientale del Donbass.

    Il nazionalismo dell’autocrate russo – con nostalgia per la grande Russia – è stato forse sottovalutato da varie cancellerie europee, turlupinate da Mosca nei colloqui diplomatici fino a pochi minuti prima dell’ingiustificato attacco armato che esse tentavano di scongiurare. Dal fallimento delle armi della diplomazia alla politica dei carri armati, dunque, con Putin che ha riportato in Europa la guerra – e vietato per legge, a giornalisti e cittadini, di nominarla (chi trasgredisce rischia fino a 15 anni di carcere) – chiamandola «operazione militare speciale», un’espressione edulcorata per cercare, con il linguaggio, di mascherare la verità che, in un mondo globalizzato, è invece sotto gli occhi di tutti.

    Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (ex attore comico che si è rivelato un coraggioso condottiero della Resistenza del suo popolo, costretto a combattere per legittima difesa) ha rivolto molteplici e disperati appelli al mondo libero per l’istituzione di una “no-fly zone” sui cieli dell’Ucraina per proteggere la popolazione dai bombardamenti russi, ma Stati Uniti d’America e Nato hanno risposto negativamente. Mosca ha anche minacciato l’uso di armi nucleari contro chi interferisse dall’esterno, precipitando la situazione sull’orlo di una terza guerra mondiale. La comunità internazionale ha reagito con sanzioni economiche imposte alla Federazione Russa e con aiuti militari dell’Occidente all’Ucraina.

    Marco Scipolo