I clan controllano il gioco illegale e si insinuano in quello legale. Utilizzano il settore come strumento di riciclaggio e di evasione fiscale. Ecco come si impadroniscono del business

Per la criminalità organizzata il comparto dei giochi e delle scommesse è un vantaggioso mezzo – ad alto guadagno e a basso rischio – per riciclare denaro sporco (proventi da estorsioni, usura e traffico di droga), per evadere le tasse, arricchirsi e tenere sotto controllo il territorio. Da tempo le organizzazioni criminali, che si avvalgono pure di dispositivi tecnologici e di frode (modificano perfino schede hardware degli apparecchi), gestiscono il gioco illegale e si infiltrano nel mercato del gioco legale, che produce un enorme giro d’affari. Per attuare il riciclaggio le mafie, tra l’altro, si sono addirittura spinte a comprare, anche a prezzi più alti e con la complicità di gestori delle rivendite, i biglietti vincenti da incassare delle lotterie nazionali.

Il secondo Rapporto Lottomatica-Censis intitolato “Il gioco legale in Italia” (giugno 2023) evidenzia: «Nel 2022 si è assistito a una significativa ripresa del settore del gioco legale, che ha portato la raccolta – ovvero il totale delle puntate dei giocatori – a superare i livelli pre-pandemici, con 136 miliardi (+23,1% rispetto al 2019). Al netto delle vincite, la spesa dei giocatori nel 2022 è stata di 20,3 miliardi di euro. Nel 2022 risalgono anche le entrate erariali, che sono state di 11,2 miliardi di euro».

Il 20 maggio di quest’anno, nelle investigazioni sull’infiltrazione della ’ndrangheta nel ramo dei giochi e delle scommesse, la Guardia di Finanza di Reggio Calabria – intervenuta anche con personale dello Scico (Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata) – ha applicato in tre regioni (Calabria, Lazio e Toscana) la misura di prevenzione della confisca di beni (4 società del settore ludico e immobiliare, 11 fabbricati, 3 terreni e disponibilità finanziarie, per un valore totale di oltre 3 milioni di euro) riferibili a due imprenditori reggini, che lavorano perlopiù nella filiera dei giochi e delle scommesse e la cui condotta era affiorata già nell’operazione Galassia, la maxi-inchiesta con la quale nel 2018 venne smantellato un sistema criminale, con base operativa nel capoluogo calabrese e articolazioni pure fuori dall’Italia (con società aventi sede a Malta, in Austria e in Romania), allestito per ……

di Marco Scipolo