Per la imminente primavera sulla frontiera del nord est si prevede un’ondata migratoria senza precedenti; le regole, però, sono sempre le stesse

Con il bel tempo la città si risveglia e si risvegliano i vecchi pluridecennali temi caldi come l’immigrazione, un fenomeno epocale che impatterà brutalmente sul non-confine nord orientale del carso, per riversarsi nella bella di notte, Trieste.
Diversamente dagli anni passati, nemmeno il “generale” inverno è riuscito a fermare l’onda migratoria che, sebbene in maniera leggermente attenuata, è proseguita senza soluzione di continuità, lasciando presagire che la primavera triestina sarà tutt’altro che semplice.
Afghanistan, Pakistan, Ucraina, Turchia, Siria, e tutti i paesi dell’Africa per le più svariate ragioni sono in movimento (cfr. L’allarme degli 007 sui migranti: «685 mila in arrivo dalla Libia». Corriere.it) ed oltre al mare, l’altra via d’accesso, come oramai hanno imparato anche a Roma, è il Friuli Venezia Giulia.
Constatato che i migranti non si fermano con le parole, non si fermano con i muri, i rotoli di filo spinato, le norme manifesto (leggasi reato di immigrazione clandestina ex art. 10 bis d.lvo 286/98), non si fermano con i respingimenti informali che un Giudice della Repubblica Italiana (dott.ssa Albano, cfr. intervista nel film “Trieste è bella di notte” 2023) sancisce essere illegali, si dovrà allora nuovamente fare i conti con la realtà e tirare fuori la testa dalla sabbia.

Fabrizio Maniago – Segretario Generale Regionale SIULP Friuli Venezia Giulia