Profilo basso e corruzione. Infiltrare l’economia, intercettare i finanziamenti pubblici, tuffarsi nel “gaming” illegale online. 46 locali di ’ndrangheta nel Nord Italia. Il ruolo di Messina Denaro in Cosa nostra. La nuova mappa della camorra

Contaminare e corrompere senza farsi notare. Accordi affaristici stretti soprattutto grazie a patti fondati sulla vicendevole convenienza piuttosto che sulle intimidazioni. Le mafie mostrano ancora grande abilità di adeguarsi alle situazioni cercando di evitare espressioni di violenza, per non attirare l’attenzione, e privilegiando invece il modello di infiltrazione economico-finanziaria. Una tattica che si nutre anche della connivenza con professionisti esterni, imprenditori e funzionari infedeli che, attraverso il loro appoggio, possono favorire l’avanzamento di un gruppo criminale nei mercati finanziari.

Si tratta di uno degli aspetti sottolineati nell’ultima relazione della Dia riferita al secondo semestre 2021. La disponibilità immediata di denaro da parte delle consorterie mafiose, l’incetta di appalti a danno di aziende oneste e l’alterazione dei meccanismi che disciplinano il sistema domanda-offerta, devono essere visti come elementi che rendono gradualmente più fragile «la rete produttiva e imprenditoriale sana poiché frutto di logiche di mercato falsate che innescano un inesorabile inquinamento economico vizioso», si legge nel report. E vi è il rischio che i sodalizi «possano perfezionare quella strategia di infiltrazione del tessuto economico in vista dei possibili finanziamenti pubblici connessi al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr)».

 

’Ndrangheta leader nel narcotraffico

Le cosche calabresi sono esperte nell’agganciare e infiltrare la cosiddetta “area grigia”, composta da professionisti compiacenti e pubblici dipendenti disonesti. Si propongono alle aziende in crisi di liquidità offrendo aiuti economici paralleli e illudendo gli imprenditori perché il loro disegno, in realtà, è quello di sostituirli negli asset proprietari e nella gestione per riciclare il denaro illecito e per impossessarsi di vaste quote di mercato.

Marco Scipolo