A cura di Michele Turazza
Giuseppe Antonelli – Il mago delle parole
Einaudi, 2025, pp. 194, € 15,50
“Lui faceva così. Entrava in classe, si toglieva la giacca e la appoggiava sulla spalliera della sedia dietro alla cattedra. Noi continuavamo a farci i fatti nostri”. Chi l’avrebbe mai detto che la grammatica è glamour? Parola latina, grammatica passa al francese diventando grimoire, poi allo scozzese glamer e infine all’inglese, glamour, col significato di “incantesimo, magia, in genere incanto, fascino, malìa che attrae con forza irresistibile” (dal Dizionario Treccani). Ed è proprio a questo che lo strano professore di lettere, mago delle parole, punta: ammaliare, affascinare gli studenti e le studentesse con i giochi lessicali, le etimologie, l’intima storia delle parole: “La grammatica, in fondo, e solo l’arte di dire le cose nel modo giusto al momento giusto”. Una grammatica lontana anni luce dalle liste di complementi o di parti del discorso, dalle tabelle di verbi e aggettivi, che risveglia la nostalgia dei banchi di scuola, di “quel” docente che riusciva ad entusiasmare in un dialogo continuo con gli allievi.
Ne “Il mago delle parole”, a metà tra un saggio e un romanzo, Giuseppe Antonelli – docente presso l’Università di Pavia – condensa le sue esperienze non soltanto di profondo conoscitore della lingua italiana, ma anche di appassionato divulgatore, coinvolgendo i lettori alla scoperta di nuove parole e delle potenzialità espressive dell’italiano, condizione imprescindibile per una cittadinanza attiva e consapevole.
Daniela Meneghini (cur. ed. it.) – Fuorché il silenzio. Trentasei voci di donne afghane
Jouvence, 2024, pp. 590, € 30
Sono trentasei le storie raccolte nel volume “Fuorché il silenzio”, curato, nella sua edizione italiana, da Daniela Meneghini, professoressa associata di Lingua e cultura persiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le autrici sono altrettante donne afghane che, da quando i talebani sono tornati al potere nel 2021, stanno lottando per l’affermazione dei loro più elementari diritti, primo tra tutti quello all’esistenza. Sono loro le protagoniste di queste pagine intense e travolgenti, parlano direttamente nella loro lingua, senza riscritture né filtri. Si leva forte il loro grido di aiuto: “questi racconti sono qui per ricordarci che la vita, la libertà, la dignità e il rispetto non sono negoziabili e non possono entrare nel buio del silenzio. Alle donne che lottano per questo va data voce: tutto, fuorché il silenzio” (dalla Premessa). Il volume con le testimonianze di Marzyia, Shima, Sabira, Fariza e tante altre, raccolte dalla regista e scrittrice Zainab Entezar e per la prima volta proposte in una lingua europea nella collana “Fuori orario” di Jouvence, ha il pregio di squarciare il disinteresse verso le sorti del popolo afghano, e in particolare delle donne, inchiodando l’Occidente di fronte alle proprie responsabilità. Ma è anche una forma di riscatto: “Parlare, scrivere, perfino pronunciare il proprio nome è una forma di resistenza al ruolo subalterno e alla discriminazione che subiscono: il racconto [promuove l’] autodeterminazione rispetto alle narrazioni imposte da fuori e da altri o da altre” (dal Risvolto).
Behrouz Boochani (curr. Moones Mansoubi e Omid Tofighian) – Libertà, solo libertà
Add editore, 2024, pp. 382, € 20
“È proprio attraverso libri come questo che possiamo comprendere come le politiche di frontiera e di asilo sono collegate in via diretta a elementi fondamentali del nostro vivere comune perché […] la proliferazione di sistemi di doppio standard, come già notava Hannah Arendt, rischia di espandersi sino a corrompere le nostre stesse forme di convivenza” (Luca Ciabarri).
Già nel 2018 Amnesty International aveva denunciato le condizioni disumane dei rifugiati confinati sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, nel centro di detenzione offshore del governo australiano: una non-vita fatta di continue privazioni, umiliazioni e violenze sia istituzionali che da parte della comunità locale. Behrouz Boochani, scrittore e regista curdo-iraniano, vi è rimasto detenuto per sei anni: dopo lo straordinario “Nessun amico se non le montagne” (scritto grazie a migliaia di messaggi WhatsApp e uscito per i tipi di Add nel 2019), torna in libreria con “Libertà, solo libertà”, in cui ha raccolto le sue riflessioni degli anni 2013-2020, intervallate dal contributo di altri intellettuali che ne hanno sostenuto la battaglia. I testi di Boochani fanno parte “di un movimento di conoscenza e resistenza, […] grido di risposta al canone coloniale”, che danno vita a un coraggioso giornalismo di denuncia e testimonianza intrecciando “immagini, narrazioni, idee e teorie, una critica intransigente e feroce dello Stato di potere e della violenza di confine”.
Luca Chittaro e Giuliano Castigliego – Le illusioni dei social media
Mimesis, 2024, pp. 364, € 28
Se c’è un tratto che connota l’esperienza di miliardi di persone sui social media, è quello della pervasività. Dalla ricerca di informazioni immediate alla semplice volontà di occupare una porzione più o meno ampia di tempo, l’utilizzo delle piattaforme digitali rappresenta una costante trasversale ormai a più generazioni. Il saggio di Luca Chittaro e Giuliano Castigliego – rispettivamente docente di Interazione persona-macchina all’Università di Udine e psichiatra, membro dell’Accademia psicoanalitica della Svizzera italiana – cerca di far luce sul complesso rapporto tra persone e social, indagandone in profondità le motivazioni e le contraddizioni, con un taglio multidisciplinare che vede integrarsi psicologia, informatica e psicanalisi. Ne esce un quadro approfondito che, al di là di ogni allarmismo, delinea scientificamente e con efficacia gli effetti dell’utilizzo massivo dei social, mettendo in grado i lettori di analizzare e spiegare le diverse situazioni, i comportamenti e i vissuti nelle esperienze online e fornendo indicazioni su come viverle consapevolmente, senza cadere in esiziali trappole psicologiche. Andando sempre più a sfumarsi la distinzione tra reale e virtuale, l’auspicio degli Autori è che, mediante il loro lavoro, aumenti quella consapevolezza nell’utilizzo, necessaria a vivere in modo sano ed equilibrato l’esperienza dei mondi digitali, più volte incoraggiata nel volume anche mediante la proposta di una serie di esercizi pratici.
Alessandro Miconi – Galassia stalking. Criminologia, strategie e normativa
FrancoAngeli, 2024, pp. 220, € 27
Gli atti persecutori, assieme ad altri comportamenti devianti, sono presenti da sempre nella società, ma soltanto negli ultimi decenni hanno assunto, anche grazie alla massiccia diffusione dei social media, connotazioni di gravità tali da renderli oggetto di numerosi studi multidisciplinari oltre che di specifiche disposizioni repressive. Sono svariate le forme con cui si presentano ed altrettanto molteplici le cause: la complessità del quadro e il duro impatto sulla vita delle vittime impongono un approfondimento sia sulla criminogenesi che sulle dinamiche di questa particolare tipologia di reati riconducibili alla comune matrice dello stalking, che si sostanzia “in comportamenti persecutori (in prevalenza minacce e molestie) reiterati in un contesto di forte polarizzazione (vittima-carnefice) in cui la vittima non consenziente subisce pesanti conseguenze che minano il suo benessere psico-sociale e fisico” (dall’Introduzione). Il volume – frutto anche della personale esperienza sul campo dell’Autore – propone un’analisi sia della vittima che del suo autore e dei complessi intrichi relazionali in cui nascono e si sviluppano gli atti persecutori, senza trascurare i disturbi e le patologie correlate, rivolgendosi alle vittime del reato, agli operatori del diritto e a tutti coloro che se ne occupano a vario titolo nelle associazioni o nelle strutture pubbliche o private di assistenza. Alessandro Miconi presta servizio nella Polizia di Stato con la qualifica di Vice Questore e dirige il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Tolmezzo (UD). Autore di due monografie (Le indagini soggettive, Giappichelli 2004 e La testimonianza nel procedimento penale, Giappichelli 2009), ha pubblicato inoltre una decina di articoli su riviste specializzate.
M. C. Federici e A. Romeo (curr.) – Sociologia della sicurezza. Teorie e problemi
Mondadori Università, 2017, pp. 230, € 18Sicurezza o sicurezze? Generalmente il concetto viene associato a determinati campi di intervento, come quello lavorativo (la sicurezza sul lavoro, appunto), ambientale o legata a fenomeni criminali. Ma soprattutto negli ultimi tempi la sociologia si interroga sulle molteplici “facce” della sicurezza e sulla sua metamorfosi, che arrivano a ricomprendere rischi che coinvolgono tutti i campi dell’agire umano. Il lavoro collettaneo, curato da Maria Caterina Federici e Angelo Romeo, entrambi docenti presso l’Ateneo di Perugia, ha lo scopo di dar conto delle principali teorie sulla sicurezza, analizzando al contempo i fenomeni connessi, come il terrorismo, i diritti umani, la comunicazione, l’esclusione sociale, la globalizzazione poiché “Sicurezza è complessità sociale” (dal titolo di un capitolo). Il volume rappresenta un’occasione di riflessione per gli operatori della sicurezza che operano “nella” e “con” le sicurezze, nella consapevolezza che le molteplici declinazioni approfondite non siano riconducibili a uno studio con taglio esclusivamente giuridico (e in particolare penalistico e repressivo). Come ogni fenomeno sociale, gli studi sulle sicurezze necessitano di un rigoroso approccio metodologico, che orienti la ricerca empirica. Dopo la parte di trattazione teorica, ogni capitolo è arricchito da box tematici e da una ricca bibliografia, aggiornata agli ultimi studi