Luca Tescaroli – Il biennio di sangue

PaperFIRST, 2025, pp. 144, € 16

“Immagini che mi apparvero come lo specchio su cui si rifletteva uno Stato assente e distratto, che per tanti anni aveva tollerato o, forse, favorito il dilagare del crimine organizzato” (dalla Premessa).

Il riferimento è alle terribili immagini trasmesse quasi in tempo reale sugli schermi televisivi in quel maledetto maggio del 1992. Assieme a via d’Amelio, due sanguinosi e vili attentati in cui persero la vita Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, oltre agli agenti della scorta. Luca Tescaroli, all’epoca giovanissimo pubblico ministero della Procura nissena, iniziò ad indagare su esecutori e mandanti, divenendo bersaglio, negli anni, di continui attacchi, sia istituzionali che mediatici. Se il suo impegno antimafia inizia qui, è al biennio successivo, 1993-1994, e agli attentati mafiosi di Roma, Firenze e Milano che l’Autore, attualmente Procuratore della Repubblica di Prato, dedica il suo ultimo libro grazie a una puntuale ricostruzione delle risultanze processuali, restituite con un linguaggio adatto anche ai non addetti ai lavori. Un compendio necessario, utile per la comprensione del contesto criminale e delle menti che hanno reso possibili le stragi, senza trascurare le connessioni con gli apparati di potere corrotti e con pezzi delle istituzioni deviati. Molto si è fatto ma altrettanto resta da fare e “Plurimi sono i quesiti rimasti senza risposta che richiedono un rinnovato impegno investigativo”. Un impegno, sia professionale sia civile che, siamo certi, da parte di Tescaroli, non mancherà.

Piergiorgio Odifreddi – Incontri ravvicinati tra due culture. Dialoghi sull’umanesimo

Raffaello Cortina Editore, 2025, pp. 442, € 22

In un’epoca di iper-specializzazioni e distinzioni tra campi del sapere, l’ultimo libro di Piergiorgio Odifreddi, matematico e brillante divulgatore, si distingue per il suo tentativo, ben riuscito, di sanare la storica contrapposizione tra cultura umanistica e cultura scientifica, dimostrando come esse siano in realtà profondamente complementari e interconnesse.

Non si tratta però di un saggio né di una monografia. L’Autore sceglie la via dialogica, facendo parlare intellettuali di fama mondiale, alcuni dei quali premi Nobel che, personalmente incontrati e sollecitati, affrontano con disinvoltura argomenti complessi e attuali. Politica, religione, arte, filosofia, scienza: ogni artificiale confine tra le discipline viene abbattuto nell’incalzare vivace delle interviste, in cui ogni domanda apre a nuove prospettive e ogni risposta svela che la conoscenza non consiste in un mosaico di tessere separate ma, piuttosto, in una rete organica dove ogni filo contribuisce alla trama del sapere. Dai dialoghi con Eco, Rubbia, Chomsky, Sacks, Saramago, Pamuk e molti altri, emerge un fil rouge che salda indissolubilmente ingegno scientifico e sensibilità umanistica, dando vita a un manifesto per un nuovo tipo di cultura che possa contribuire alla formazione di cittadini più consapevoli e critici: “Questo libro è appunto un racconto, o un resoconto, di incontri con persone che valeva la pena incontrare e ascoltare, e che hanno reso la mia vita più piena e degna di essere vissuta”.

Franca Orletti – Lingua, Istituzioni e Società (a cura di I. Consales e A. Riga)

Franco Cesati Editore, 2025, pp. 164, € 18

“Chi conosce Franca Orletti, o soltanto i suoi scritti, può comprendere quanto le parole lingua, istituzioni e società, che compongono il titolo della presente Festschrift, costituiscano cardini attorno a cui ruota un settore importante della sua estesa e variegata attività di ricerca” (dall’Introduzione).

Pubblicato per i tipi di Franco Cesati Editore in occasione del settantacinquesimo compleanno della studiosa, “Lingua, Istituzioni e Società” raccoglie otto saggi, editi tra il 1984 e il 2022, su argomenti chiave che Franca Orletti, professoressa onoraria di linguistica presso l’Università Roma Tre, ha trattato e approfondito durante la sua lunga carriera accademica, come i problemi legati all’analisi della conversazione (approccio da lei introdotto in Italia), l’inscindibile legame tra linguistica, cognizione e società e lo studio delle interazioni istituzionali. Dalla lettura dei contributi emerge l’originalità degli approcci e la conferma del forte radicamento nel contesto sociale degli studi sociolinguistici che, secondo Orletti, consentono concrete possibilità di intervento sulla realtà sociale. Basti pensare, infatti, alle ricadute pratiche delle ricerche sull’accessibilità comunicativa e la semplificazione linguistica in ambiti come il patrimonio culturale e la comunicazione istituzionale e la linguistica medica e forense, “strument[i] di intervento e di interpretazione per tutti gli attori sociali […] che vogliano contribuire a migliorare la complessa convivenza umana”.

Jackie Higgins – Senzienti. Quello che gli animali ci svelano di noi stessi

Longanesi, 2025, pp. 376, € 24

“Questo libro è una riflessione sul fatto che ciascun essere senziente con cui condividiamo il pianeta ci offre un’interpretazione diversa del nostro modo di percepire e, perfino, di comprendere il mondo, nonché di ciò che significa essere umani”.

Per conoscere e valutare il nostro mondo ci affidiamo ai nostri sensi, credendo che la realtà sia solamente ciò che si vede, si tocca, si annusa, si gusta e si sente. In realtà c’è molto di più e la scienza continua a fare scoperte sorprendenti sul modo in cui percepiamo ciò che ci circonda, andando al di là dei cinque “classici” sensi descritti ormai più di due millenni fa da Aristotele nel suo trattato L’Anima. Sentiamo in realtà con tutto il corpo, ma il problema della definizione della capacità senziente resta aperto.

Jackie Higgins, zoologa e regista di documentari televisivi per la BBC, National Geographic e Discovery Channel, ha passato la vita a studiare gli animali di tutto il mondo e in questo avvincente saggio ci conduce alla scoperta di sensi che non sapevamo di possedere e che troviamo amplificati nel mondo animale. Viaggeremo in compagnia, tra le altre fantastiche creature, della canocchia pavone, del pesce gatto gigante, della pittima minore e dell’allocco di Lapponia e dei loro sensi: “Attraverso i loro occhi, le loro orecchie, la loro pelle, la loro lingua e il loro naso, ciò che appare familiare e ordinario diventa sconosciuto, straordinario, e finiamo così per scoprire l’esistenza di nuovi sensi curiosi”.

Maurizio Trifone – Itanglese. Storie di parole da abstract a wine bar

Carocci editore, 2025, pp. 254, € 21

Non si contano più, ormai, gli anglicismi o, come amava definirli il compianto prof. De Mauro, gli anglismi nell’italiano di oggi. Vocaboli provenienti dall’area angloamericana che sembrano “invadere” l’idioma di Dante ma che, in realtà, si attestano attorno al 3% delle parole complessive contenute in un dizionario. Che la presunta “invasione” si sia intensificata negli ultimi decenni è innegabile, grazie a fenomeni complessi come la globalizzazione, la nascita di internet e le migrazioni massicce. Molte di queste parole rimarranno nell’uso, altre saranno invece presumibilmente dimenticate.

In “Itanglese” – opera fondamentale per chiunque sia interessato all’evoluzione della lingua italiana e al suo rapporto con l’inglese – Maurizio Trifone, linguista e coautore del Nuovo Devoto-Oli, ragiona sul fenomeno della “contaminazione” tra lingue diverse offrendo una ricostruzione appassionata della situazione attuale, mediante brevi, ma densi, capitoletti dedicati ciascuno alla storia e all’evoluzione di una parola inglese penetrata nell’italiano. Ogni paragrafo è ricco di rimandi ed esempi e ciò rende il testo accessibile anche a un pubblico ampio, senza conoscenze specialistiche di linguistica.  

Da default a fake news, da running a location, da badge a flop, l’intento dell’Autore “non è quello di deplorare l’ingresso di parole straniere nella nostra lingua o imporre sostituti italiani, ma solo di fare luce su un fenomeno linguistico inarrestabile e aiutare il lettore a riflettere sulle risorse lessicali a sua disposizione” (dalla quarta), invitandolo a un uso più consapevole e informato del ricchissimo patrimonio linguistico dell’italiano.

Tomaso Montanari – Libera università

Giulio Einaudi editore, 2025, pp. 118, € 13

Pamphlet acuto e appassionato, in “Libera università”, Tomaso Montanari, storico dell’arte e rettore dell’Università per Stranieri di Siena, denuncia un sistematico attacco all’autonomia e alla libertà dell’università pubblica italiana, partendo da un’analisi dell’attualità, caratterizzata da proteste studentesche, dura repressione del dissenso e da campagne mediatiche che dipingono gli studenti che protestano come pericolosi estremisti.

“È un libro militante – spiega Montanari nella Premessa – nel senso che milita, pacificamente e spero con solidi argomenti, per la salvezza della libertà universitaria”, messa a rischio non tanto dalle proteste studentesche ma da politiche di tagli indiscriminati dei fondi ordinari che colpiscono i centri di ricerca minando seriamente la loro possibilità di operare, non soltanto come centri di ricerca ma anche come luoghi di democrazia. Secondo l’Autore, infatti, lo scopo degli Atenei è di porsi come importanti presìdi di democrazia, comunità di studenti e docenti che vivono nei contesti locali stimolando il dibattito e formando menti critiche verso i poteri costituiti. Rifiutando qualsiasi visione aziendalistica che appiattisce e subordina le università al mercato del lavoro e ammettendo anche le numerose storture del mondo accademico, Montanari si sofferma sul nesso università-società-libertà: “quella che oggi ci serve è un’università plurale e diversa; […] intenta a far saltare i confini tra le discipline; indisponibile a catalogare le persone, ma pronta ad accoglierle tutte. Una università che deve rimanere non controllabile: per rappresentare un limite, e un salutare pericolo, per ogni potere che abbia la tentazione di calpestare l’equilibrio della democrazia, diventando totale: anzi, totalitario”. Perché, se l’università è libera, la società è libera. 

Lama Michel Rinpoche – Dove vai così di fretta? Buddhismo nella vita quotidiana

Bompiani, 2025, pp. 336, € 18

“La pace interiore è il fondamento più solido per la pace nel mondo” (Lama Gangchen Rinpoche).

Da dove deriva il correre di oggi, qual è la causa della frenesia della vita contemporanea? La risposta potrebbe essere la solita: non c’è tempo. In realtà, se si cambia prospettiva, ci si accorge che il tempo c’è, ma siamo noi a riempire le nostre esistenze di tante, troppe, cose inutili, informazioni, richieste, incombenze. Tutto ciò consuma energia; ci consuma. Diventa quindi doveroso darci delle priorità, scegliere dove concentrarci maggiormente con consapevolezza. Decidere di fermarsi, apprezzare il silenzio, darsi tempo.

“Dove vai così di fretta?” è il primo libro di Lama Michel Rinpoche, classe 1981, che all’età di dodici anni ha deciso di intraprendere la vita monastica nel Sud dell’India dove ha studiato e appreso gli elementi basilari della filosofia buddhista. Da questi anni di studio e pratica intensi, prima in India e poi in Tibet, e dagli incontri che successivamente ha tenuto nel mondo e in Italia, dove risiede da una ventina d’anni, nasce il libro di Lama Michel: un libro autentico, rivolto a tutti coloro che vogliono porsi delle domande e lavorare su sé stessi, scoprendo come la filosofia buddhista potrebbe aiutare in questo percorso di consapevolezza e presenza: “In questo libro ho cercato di condividere con voi la direzione dei miei pensieri e dei miei sentimenti, dove si trova il mio cuore. Spero di poter essere vicino a ognuno di voi, camminando nella stessa direzione”.

L’obiettivo non è la conversione al buddhismo, ma lo stimolo alla riflessione, per vivere meglio, con meno frenesia. Il tono è diretto, colloquiale, tipico di un maestro che guida, senza imporre: “Non voglio che qualcuno debba dire: ‘Lama Michel ha detto’. Non c’è copyright. Se vi sembra giusto, voglio che diventi qualcosa di vostro. […] Ho ripreso diverse trascrizioni di questi miei incontri, avvenuti in vari anni. Ho scelto alcuni argomenti che ritengo importanti e li ho messi insieme. Non volevo creare un testo formale, ma una conversazione, un incontro fra di noi, da cuore a cuore”.

Giancarla Codrignani – La vecchia signora narcisista. Il Parlamento della prima Repubblica

Pendragon, 2023, pp. 224, € 16

Classe 1930, è Giancarla Codrignani la “vecchia signora” che dà il titolo al libro, edito da Pendragon, “un caleidoscopio che mostra immagini e immagini delle vicende nazionali e internazionali, svelando tanti indizi che spiegano il presente” (dalla Presentazione).

Saggista, giornalista, parlamentare della Sinistra indipendente per tre legislature dal 1976 al 1987 a Montecitorio, Giancarla Codrignani è stata una delle protagoniste degli anni “caldi” della storia repubblicana, occupandosi, come componente della commissione Difesa, di disarmo, nonviolenza e obiezione di coscienza. Libera da condizionamenti di partito, svolse i suoi incarichi con piena indipendenza e libertà di giudizio, senza badare al tornaconto in termini di consenso. Al centro della sua attività politica vi furono temi che gradualmente si sarebbero affermati nel dibattito pubblico, come il riconoscimento dei diritti delle minoranze, il rapporto tra libertà religiosa e laicità delle istituzioni, l’impegno per il movimento femminista e per l’uguaglianza di genere, la parità in ambito familiare e l’interruzione volontaria della gravidanza, la democratizzazione delle forze armate e di polizia.

“La vecchia signora narcisista” è un’analisi lucida e profonda del Parlamento nella Prima Repubblica, vista attraverso gli occhi di chi, come l’Autrice, lo ha vissuto in prima persona. Fluente e densa, la narrazione della Codrignani è arricchita anche da documenti parlamentari e materiali multimediali, affermandosi dunque il suo lavoro a metà tra il saggio storico-politico e l’autobiografia, preziosa testimonianza di anni cruciali nella storia del nostro Paese e delle loro conseguenze sul presente.

Giancarla Codrignani pubblica periodicamente le sue riflessioni sul suo blog Cerco solo di capire (https://vorreicapire.it/), dove sono riportati integralmente i suoi interventi parlamentari citati nel volume.